ROMA – Non è privo di significato e ha la sua rilevanza il fatto che sul rapporto pubblico con le agenzie di stampa parli per la prima volta il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e lo faccia delineando un intervento “con la massima concertazione e il massimo coinvolgimento”.
Un tema delicato come questo non può che essere trattato in questo modo da un Governo democratico che abbia a cuore il pluralismo dell’informazione primaria, compito centrale delle agenzie di stampa.
L’idea di semplificazione preannunciata, non può che essere coniugata con un’opera che garantisca effettivamente il pluralismo di base – quello delle agenzie orienta il corso interpretativo delle notizie, dei fatti del giorno, e per questo non può che essere plurale – e che riqualifichi perciò l’intervento pubblico.
Da un lato, dunque, più agenzie generaliste senza costringere tutti ad esserlo innaturalmente, dall’altro sinergie, accorpamenti e specializzazioni da considerare con criteri di equità e di attenzione all’occupazione. Gli editori sono chiamati a compiere uno sforzo innovativo.
Il Sindacato dei giornalisti, la Fnsi, sulla base degli obiettivi appena richiamati, è disponibile a cooperare se ci sarà un serio processo di riforma nella chiarezza. I tempi di intervento, tuttavia, non sono una variabile indipendente e i processi nuovi e di riorganizzazione dovranno tener conto della pluralità delle esperienze reali e della qualità e quantità del lavoro professionale assicurato. Tutto ciò richiederà, nella chiarezza, probabilmente una fase di transizione sulle scadenze per poter dar corso ad un nuovo quadro condiviso e di garanzia, così come deve essere qualsiasi azione che agisca su un bene pubblico come quello dell’informazione.
Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, disponibile a cooperare col Governo