SEUL (Corea) – Si è tenuto a Seul l’evento iniziale del summit mondiale dell’Upf (Universal Peace Federation), ovvero la Federazione universale per la pace.
L’evento, ospitato all’Hotel Lotte, è iniziato con l’assemblea dell’Imap, ossia l’Assemblea internazionale dei mezzi di comunicazione per la pace.
La manifestazione, cruciale nella realizzazione degli obiettivi della Federazione universale della pace, ha visto l’introduzione del presidente dell’Upf, Thomas Walsh, è stato moderato dal presidente del Washington Time, Thomas P. McDevitt, ed ha trattato tempi importanti per la comunicazione nell’era attuale, quali il cambiamento rapido ed imprevedibile della comunicazione, la rivoluzione data dall’inserimento dei social network nello spazio dell’informazione e le sue conseguenze spesso negative sulla qualità dell’informazione stessa, oltre alle inevitabili ricadute sui livelli occupazionali del settore della comunicazione di massa.
Il grande successo della manifestazione è testimoniato dall’ampio numero dei partecipanti, più di 500, nonostante la recente minaccia del coronavirus presente in Cina, non troppo lontano dalla Corea. Eccellente il servizio di traduzione con gli interventi dei partecipanti, tradotti in 8 lingue: inglese, francese, spagnolo, russo, arabo, cinese, giapponese e lingua thai.
Nelle conclusioni della manifestazione (interventi visibili e disponibili sul sito www.peacetv.tv) alcune indicazioni sono chiarissime: una comunicazione di qualità e che sappia essere veicolo di pace deve diventare più professionale, saper vincere la sfida del progresso tecnologico e le imprese legate alla comunicazione devono – come sottolineato, con riguardo ai giornali on line, da un autorevole esperto – “puntare ad avere meno like e meno visite sul sito, ma più clienti a pagamento”.
Si è anche ricordato che in Russia, per avere un milione di followers, ossia di persone che seguono assiduamente un blog o una pagina personale su un social network, c’è bisogno solo di 250 dollari Usa. Tutto questo ci insegna che solo il raggiungimento di adeguati guadagni può garantire una corretta, proficua e lungimirante gestione dell’impresa, tesa a mantenere ed aumentare l’attendibilità e l’autorevolezza della testata.
Alcuni interventi hanno, poi, posto l’accento sui contenuti, in particolare sulla pratica dell’hate speech, ossia tutti quei commenti o discorsi che hanno lo scopo di esprimere odio e intolleranza verso una persona o un gruppo (razziale, etnico, religioso, di genere o orientamento sessuale). Questa pratica molto diffusa, specie nei social network, rischia di iniettare elevate dosi di violenza nella società, e come i tentativi da parte dei governi di limitare l‘incitamento alla violenza siano spesso tardivi ed inefficaci.
È chiaro, come dimostra la situazione attuale, che la transizione verso il nuovo giornalismo sarà molto lunga e non priva di difficoltà ed appare del tutto condivisibile, la diffusa affermazione secondo cui alla fine “solo i giornalisti possono salvare il giornalismo”. giornalistitalia.it)