TORINO – Al Salone internazionale del libro di Torino ha esordito l’editrice “Solferino” di Urbano Cairo. Esordire non significa presentarsi come nuova e partire da zero perché le redazioni abitano nel palazzo del “Corriere della Sera” e, dunque, si avvalgono dei richiami storici di un grande passato. Anche se da rispolverare e rinverdire.
Fino a qualche anno fa in via Solferino si stampava il più autorevole quotidiano d’Italia e – attraverso “la Rizzoli” – venivano pubblicati libri di grande spessore culturale. Da Dino Buzzati a Indro Montanelli sono passati tutti di lì.
Poi la crisi economica ha costretto l’azienda a vendere il marchio dell’editrice che è finito a Mondadori. Adesso, trascorso il periodo durante il quale il contratto imponeva il divieto di concorrenza, Urbano Cairo, patron dell’editrice, ha immaginato di riprendersi una fetta di mercato librario. Pochi titoli, secondo i progetti del manegment, ma significativi con i giornalisti a rappresentare la punta di diamante.
A Torino, Antonio Cariotti, firma dell’inserto culturale del Corriere della Sera, ha proposto “Karl Marx vivo o morto” per ragionare sull’attualità di questo filosofo della rivoluzione. Resta qualcosa del suo pensiero? Quanto ancora applicabile? Ed – eventualmente – in quale parte del mondo?
Giovanni Floris, invece, volto del giornalismo televisivo per aver condotto “Ballarò” (su Rai3) e adesso “DiMartedì” (Su La 7) ha ragionato sui problemi della scuola e sulla difficoltà d’insegnamento. Titolo: “Ultimo banco” con una precisazione che induce alla speranza: “perché insegnanti e studenti possono salvare l’Italia”. Secondo l’autore, occorre porre i professori e la loro professionalità al centro dell’impianto educativo.
Sulla personalità dei ragazzi in età scolare, è intervenuta anche la psicoterapeuta Sofia Bignamini con “i mutanti”, che sarebbero i giovani nell’età dello sviluppo che subiscono trasformazioni vistose nel fisico e nel modo di ragionare. Il testo potrebbe essere una guida per comprendere “come cambia un figlio adolescente”.
Il pubblico di Torino ha decretato un buon successo anche per due romanzi. Gino Vitali (abitualmente abbinato a Michele Mozzati per la costruzione di testi e sceneggiatura televisive) questa volta da solo, suggerisce la lettura di un racconto giallo ambientato a Rimini. Più cerebrale la storia costruita da Mattia Conti, lecchese di Moltero, vincitore del premio “Campiello giovani” che ha firmato la storia di Ranocchia il quale, svanite le sue ambizioni teatrali, si ritrova in una casa di cura. E non si capisce dove sia più difficile adattarsi. (giornalistitalia.it)