Giornalisti da giugno senza stipendi. Da marzo senza buoni pasto e versamenti al Fondo

Società editrice del quotidiano Metro in liquidazione

ROMA – In occasione della ripresa delle pubblicazioni, dopo la pausa estiva, il Comitato di redazione del quotidiano freepress edito dalla New Media Enterprise srl denuncia ai lettori la «pesante situazione che stanno vivendo le giornaliste e i giornalisti di Metro».
Il Cdr spiega che «all’inizio di agosto, senza preavviso alle rappresentanze sindacali e senza l’invio di alcuna documentazione formale, il Direttore/Editore ha comunicato l’avvenuta richiesta di messa in stato di liquidazione della New Media Enterprise Srl. Una decisione preoccupante, della quale abbiamo contestato sia la tempistica che le modalità. A ciò si aggiunge che le redattrici e i redattori di Metro – da anni sottoposti a decurtazione salariale con l’applicazione di ammortizzatori sociali – ad oggi hanno ricevuto solo parte dello stipendio di giugno e nulla di quello di luglio. Volatilizzati, sin dal mese di marzo, anche i buoni pasto. Infine vanno ricordati gli omessi versamenti dei contributi segnalati dal Fondo Complementare dei Giornalisti Italiani».
«Ai nostri solleciti, è stato burocraticamente risposto – afferma il Cdr di Metro – di attendere la riapertura degli uffici amministrativi a settembre. Questo grave comportamento, col mancato rispetto delle più basilari norme contrattuali, sta scaricando sulla redazione – già ridotta all’osso e costretta nei fatti a lavorare gratis – le ricadute di una più ampia crisi pubblicitaria e del mondo editoriale; ma soprattutto l’assenza a livello aziendale di una imprescindibile strategia di rilancio e di una seria programmazione a lungo termine».
Il Cdr di Metro chiede, dunque, che «in tempi rapidi siano fornite alla redazione tutte le necessarie rassicurazioni sul ristabilimento di normali condizioni lavorative – a partire dal regolare pagamento degli stipendi – indispensabili per garantire un futuro alla preziosa esperienza del quotidiano freepress Metro».
Il comunicato del Cdr è stato pubblicato sul quotidiano con in coda la risposta dell’editore che,  richiamando «lo stato di crisi perdurante del settore editoriale, della raccolta pubblicitaria e della lettura di informazione qualificata, a tutto vantaggio delle piattaforme social e della disinformazione spesso costellata da mancanza di fonti, notizie raffazzonate, Intelligenza Artificiale e fake news», ha tra l’altro evidenziato di non godere «delle sovvenzioni statali di cui usufruiscono gli altri giornali stampati, come rimborsi sulle spese di distribuzione, carta, investimenti industriali, costi del personale giornalistico, etc., né dei benefict indiretti, rinvenienti alle case editrici che fanno capo a potentati economici, industriali e finanziari».
«A tutela della continuità della libera informazione, del brand e della salvaguardia dei posti di lavoro», spiega l’editore e direttore Salvatore Puzzo, «la Società è stata posta in liquidazione, in maniera da avere la possibilità di antergare la percezione dei compensi salariali alle altre spese correnti, in stretta connessione alle anticipazioni provenienti dalle entrate pubblicitarie. Le tempistiche di erogazione sono strettamente correlate alle aperture aziendali al ritorno dal periodo feriale agostano. Di tali chiusure e dello status quo il Cdr e i giornalisti sono stati sempre puntualmente e preventivamente edotti, talchè ogni tentativo di speculazione informativa che volesse eventualmente coinvolgere direttamente o indirettamente i lettori, appare perlomeno inopportuno e inconsistente, oltre che denigratorio e autoflagellatorio. Alla riapertura settembrina degli uffici amministrativi – oramai prossima –, il nuovo Organo amministrativo preposto procederà alle proprie attività, previa analisi e valutazione delle risorse esistenti, secondo l’ordine di privilegio creditizio normativo». (giornalistitalia.it)

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