ROMA – Ormai Facebook e i social network in generale sono diventati il luogo dove l’intimidazione, la minaccia e l’ingiuria hanno trovato uno spazio drammaticamente ampio per colpire anche e soprattutto i giornalisti impegnati in coraggiose attività di denuncia. Il Sindacato cronisti romani, presieduto da Fabio Morabito, esprime solidarietà a Paolo Borrometi, cronista già sotto scorta per una vile aggressione subita due anni fa quando ha denunciato le attività della mafia in provincia di Ragusa, e ora giornalista impegnato professionalmente anche a Roma, per l’ultima grave intimidazione subita. Per l’appunto, su Facebook. Stavolta a minacciare Borrometi, in quanto direttore del giornale online “La Spia”, è stato Gionbattista Ventura, fratello di Filippo, il boss mafioso di Vittoria attualmente detenuto con il 41 bis.
“Ti scippo la testa, sarò il tuo incubo!”, una delle minacce postate sull’account Facebook di Borrometi. In un articolo pubblicato sul giornale online che dirige, Borrometi ha scritto che Gionbattista Ventura dirigerebbe di fatto – anche se il suo nome non appare ufficialmente – un’agenzia di pompe funebri senza avere mai ottenuto nessuna licenza né permesso.
Appena qualche ora dopo che questo articolo era stato messo in rete, ecco arrivare non una smentita o una precisazione, come è nelle regole di una società civile, ma pesanti minacce. Il nuovo grave episodio ripropone – come già chiesto dal Sindacato cronisti romani – la necessità di tutele per i giornalisti che nei social network hanno trovato un nuovo fronte di intimidazione.
Il Sindacato cronisti romani chiede che “magistratura e polizia postale intervengano a bonificare e denunciare ogni abuso dei social network, dove lo spazio della critica e della dialettica non può diventare la terra di nessuno dove tutto è concesso: l’insulto, la calunnia, la minaccia, l’intimidazione”.
Un appello, quello dei cronisti romani, rilanciato dall’Unci e dal suo presidente Alessandro Galimberti: “Questo ennesimo, intollerabile episodio fa emergere ancora una volta con drammatica urgenza la necessità di intervenire con una legge che persegua con reale efficiacia l’enorme grado di offensività – privata sul giornalista, pubblica per l’impatto di intimidazione sociale – dell’uso criminale del web contro i giornalisti”.
Nel rimarcare la necessità che “la polizia postale in collaborazione con la magistratura si attivi per oscurare immediatamente i profili Facebook e Twitter di chi crede di intimidire l’attività giornalistica lanciando nel web minacce per mettere il bavaglio a chi denuncia il malaffare attraverso la penna”, l’Unione nazionale cronisti esprime “la più piena e incondizionata solidarietà a Paolo Borrometi e condivide il suo impegno e il suo lavoro in una terra pericolosa di confine”.
Cronisti romani e Unci solidali con Borrometi: più tutele contro l’uso criminale del web