BRUXELLES (Belgio) – Scende in campo il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, Frans Timmermans, per difendere una reporter di Politico.eu, Lilie Bayer, dagli attacchi del premier sloveno Janez Jansa, non nuovo a insulti nei confronti della stampa che non gli va a genio, che non ha gradito un articolo sui suoi insulti ai giornalisti sloveni (tra l’altro ha definito l’agenzia di stampa slovena, la Sta, una “disgrazia nazionale”).
Per tutta risposta all’articolo di Politico Jansa, anziché incassare, ha attaccato via social l’autrice, accusandola di mentire, di riportare fonti anonime “di estrema sinistra” e di non dare voce ad altre fonti. Ha poi sostenuto che la testata “mente per vivere”, non senza un errore di ortografia (il tweet era però in inglese, che non è la sua lingua madre).
Jansa, che twitta copiosamente sulla questione, ha portato così all’attenzione dei media internazionali i suoi attacchi alla stampa, noti finora per lo più in Slovenia, anche per via della barriera linguistica (la maggior parte dei suoi tweet sono in sloveno) e ai lettori più attenti. Tra l’altro, il primo ministro sloveno assumerà la presidenza di turno del Consiglio Ue a partire dal prossimo luglio.
«Non è obbligatorio – scrive via social network Timmermans – che ci piaccia quello che è scritto dai media. C’è, tuttavia, l’obbligo di rispettare la libertà dei mezzi di informazione. Insultare, minacciare o attaccare i giornalisti è un attacco diretto ai media liberi. È per questo che giornalisti come Lilie Bayer meritano il nostro sostegno».
Il portavoce della Commissione Europea, Christian Wigand, ha detto, durante il briefing con la stampa oggi a Bruxelles, di conoscere bene «la professionalità e la dedizione dei giornalisti a Bruxelles, e vale anche per Lilie Bayer e altri giornalisti». Wigand ha ricordato che la vicepresidente Vera Jourova aveva già commentato gli attacchi del governo sloveno alla stampa: «I media liberi e indipendenti sono fondamentali per i valori europei: il loro lavoro è controllare i politici. La tutela dei giornalisti dovrebbe essere una priorità per ogni Paese: niente odio, niente minacce né attacchi personali». Queste parole – sottolinea Wigand, «rimangono valide anche oggi».
Il portavoce capo della Commissione, Eric Mamer, ha assicurato che la presidente Ursula von der Leyen, che appartiene al Ppe come Jansa, «appoggia pienamente questa risposta». Molto più cauto il Consiglio Europeo, l’istituzione che rappresenta i capi di Stato e di governo.
Alle ripetute richieste di commenti, i portavoce rimandano ad un tweet di Charles Michel, che appartiene alla famiglia politica dei Liberali europei (Alde), risalente al 3 maggio scorso, giorno mondiale della libertà di stampa, in cui definiva i giornalisti «la pietra angolare delle nostre democrazie». (adnkronos)