ROMA – Giornalisti, tecnici e amministrativi di Sky Tg24 in sciopero “contro i licenziamenti e i trasferimenti, contro lo smantellamento della sede di Roma, per un piano industriale di sviluppo che coinvolga tutte le sedi”.
Dalle ore 6 di oggi, mercoledì 8 febbraio, alle ore 6 di domani, è in programma la seconda delle quattro giornate di sciopero che l’assemblea dei giornalisti ha affidato all’unanimità al comitato di redazione di Sky Tg24. La prima è stata effettuata il 24 gennaio scorso.
La mobilitazione dei giornalisti Sky fa seguito all’annunciato piano dell’azienda che prevede il trasferimento di gran parte della redazione a Milano e una serie di esuberi. Il nuovo sciopero riguarderà tutto il personale Sky di Roma, Milano e Cagliari, giornalisti, tecnici e amministrativi delle tre sedi.
Una manifestazione di protesta avrà luogo, alle ore 10, in piazza di Montecitorio dove, alle 11, interverrà anche la Consulta dei Comitati e dei Fiduciari di redazione dell’Associazione Stampa Romana.
«L’azienda – spiegano le Rsu aziendali – ha dichiarato che ritiene immodificabile il piano di ristrutturazione. Eppure aumentano i ricavi complessivi, aumentano gli abbonamenti, aumentano i ricavi da pubblicità».
A fronte di questi risultati, tuttavia, Sky Italia ha dichiarato e confermato 194 esuberi, tra impiegati e giornalisti, e 378 trasferimenti verso Milano, «con conseguenze drammatiche per la sede di Roma – concludono i sindacati – e con l’azienda che, mentre dichiara gli esuberi ed i trasferimenti, candidamente afferma che procederà a nuove assunzioni». (giornalistitalia.it)
CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO UNANIME SULLA DIFESA DEI LAVORATORI
ROMA – Il Consiglio regionale del Lazio ha impegnato il presidente Nicola Zingaretti a intraprendere “di comune accordo con il sindaco di Roma Capitale”, Virginia Raggi, tutte le azioni volte a tutelare i lavoratori di Sky Italia che rischiano il licenziamento o il trasferimento e a mettere in campo tutti gli strumenti possibili per impedire questa ulteriore grave perdita per la città di Roma e per la nostra regione. È quanto stabilisce una mozione bipartisan, con primo firmatario il presidente della terza commissione, Giuseppe Emanuele Cangemi (Cuoritaliani), approvata all’unanimità dall’Aula della Pisana.
A Zingaretti la mozione chiede di intervenire “con gli assessorati al lavoro e alle attività produttive, garantendo inoltre anche un’opportuna presenza istituzionale al tavolo aperto della commissione di vigilanza del pluralismo dell’informazione che ha intrapreso tempestivamente l’iniziativa per affrontare questa vertenza, che rischia di penalizzare gravemente un settore già in profonda crisi”.
La mozione nasce sulla scorta della decisione di Sky Italia di concentrare il suo Tg24 e le attività di altri settori aziendali nella sede di Milano. Nel piano presentato per la sede romana emergono – secondo l’atto approvato dal Consiglio – 120 esuberi tra tecnici e giornalisti e 300 trasferimenti su un totale di circa 600 dipendenti attualmente occupati nella sede di Roma.
“Il piano è quello di chiudere la sede romana – si legge nella premessa della mozione – lasciando solo un presidio, con conseguenze inevitabili anche sull’indotto misurabile in circa mille unità. Una decisione che desta forte preoccupazione per le ricadute occupazionali e per l’impatto sulla vita di centinaia di giornalisti e tecnici, comprese le loro famiglie”.
Numerose le sottoscrizioni alla mozione annunciate in aula durante la discussione. Diversi consiglieri sono intervenuti, oltre a Cangemi, che ha reclamato la presenza degli assessori competenti alla prossima audizione sulla vicenda Sky, in programma venerdì, ha annunciato che in quella occasione sarà presente un delegato di Roma Capitale.
Marta Bonafoni (Si – Sel) ha posto l’accento sulle preoccupanti ricadute occupazionali per le famiglie e evidenziato negativamente l’atteggiamento assunto da Sky (assente, la scorsa settimana, dall’audizione in commissione Vigilanza). Riccardo Agostini (Pd) ha sottolineato la perdita di attrattiva della città di Roma, gli effetti diretti e indiretti sull’indotto e su tutto il centrosud.
Fabio De Lillo (Cuoritaliani) ha parlato del differente atteggiamento del Consiglio rispetto alla Giunta e denunciato la scarsa capacità di attrattiva del Lazio. Silvana Denicolò (M5s) ha riconosciuto che le aziende multinazionali hanno diritto di compiere le loro scelte ed è un problema dell’Italia quello di non essere attrattiva e non della città di Roma.
Infine Giuseppe Simeone (Forza Italia) ha rivendicato il diritto della Regione a intervenire nella vertenza come le compete in base all’articolo 30 della legge regionale sul pluralismo dell’informazione, approvata di recente. La norma prevede la tutela dei livelli occupazionali nel territorio regionale per gli operatori del settore e assegna all’istituzione regionale il compito di farsi parte attiva per la risoluzione delle problematiche del comparto audiovisivo.