Sarebbe il mandante dell’incendio che ha distrutto la casa di Milan Jovanovic

Sindaco arrestato per l’attentato al giornalista

Il giornalista investigativo Milan Jovanovic davanti alla sua casa distrutta dalle fiamme (foto Cpj)

BELGRADO (Serbia) – Osce, Ue e Reporter Senza Frontiere hanno espresso soddisfazione per l’arresto, ieri in Serbia, di un sindaco, membro del partito del presidente Aleksandar Vucic, ritenuto il mandante di un attentato incendiario ai danni di un giornalista.
Ad annunciare l’arresto di Dragoljub Simonovic, sindaco di Grocka (sud di Belgrado) e membro del direttivo del Partito del progresso serbo (Sns, conservatore), era stato, ieri sera in diretta tv, lo stesso presidente Vucic, leader dell’Sns.
Harlem Desir, rappresentante dell’Osce per la libertà dei media, ha salutato con soddisfazione la “ferma posizione” del presidente Vucic a difesa dei giornalisti.
Parlando ieri sera in tv, Vucic ha sottolineato che «nessuno può sottrarsi alle sue responsabilità contando sulla protezione della tessera di partito», aggiungendo che «i giornalisti saranno protetti».
Il 12 dicembre scorso era stata data alle fiamme, dentro al garage, l’auto della moglie di Milan Jovanovic, giornalista di Grocka che scrive per un portale locale. Dal garage le fiamme si erano estese al pianterreno della casa della coppia.
Secondo Jovanovic, il motivo dell’attentato incendiario è la sua attività giornalistica e, in particolare, va ricercato nei suoi articoli di denuncia su casi di corruzione al Comune di Grocka, con il coinvolgimento del sindaco Simonovic e dei suoi collaboratori.
Soddisfazione per l’arresto nell’inchiesta sull’attentato è stata espressa anche dal capo della rappresentanza Ue a Belgrado Sem Fabrizi, che ha parlato di «passo nella giusta direzione».
«La difesa e il rispetto dei giornalisti sono di importanza fondamentale. Ogni giorno», ha detto Fabrizi, interpellato dai media.
Mentre l’opposizione in Serbia, che ogni fine settimana manifesta contro il governo e il presidente, accusa Vucic di controllare i media e di non garantire la libertà di espressione e la sicurezza dei giornalisti. (ansamed)

 

 

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