ROMA – E’ una notizia terribile, sconvolgente quella della morte del fotoreporter Simone Camilli a Gaza. In quel lembo di terra una tragedia immensa continua fare vittime innocenti. E allunga lista di giornalisti testimoni caduti nell’esercizio del lavoro, che non è attività belligerante
Nei luoghi di guerra si sa che i rischi sono sempre molto alti, ma la circostanza in cui ha perso la vita Simone Camilli (la ripresa su un’operazione di disinnesco da parte dei palestinesi di un ordigno israeliano inesploso) ancora più drammatico, doloroso e angosciante quanto è accaduto. E fa rabbia la deflagrazione potente che ha distrutto la vita di Simone Camilli.
Questo è il momento del dolore e del cordoglio, ma sarà necessario chiarire bene tutto e appurare, con verifiche indipendenti come realmente siano andate le cose. Lo chiediamo noi della Fnsi insieme a Jim Boumelha, presidente della Federazione Internazionale dei giornalisti (Ifj), organizzazione che proprio in questi giorni doveva effettuare una missione a Gaza, per una valutazione sulle condizioni di operatività dei giornalisti ma non aveva ottenuto le autorizzazioni al movimento nell’area.
Stefano Camilli era un professionista esperto, dedito a documentare fatti reali, di grande rilevanza per comprendere la gravità e le conseguenze della nuova guerra in corso tra Hamas e Israele. Unico suo obiettivo: far avere al mondo le immagini più vere, senza influenza da alcuno.
E’ caduto un testimone di verità, un professionista esperto e coraggioso che non stava dietro le quinte e sapeva muoversi con le dovute attenzioni. Purtroppo è accaduto l’irreparabile.
La vicenda ci porta indietro di almeno 12 anni, quando a Ramallah cadde Alfredo Ciriello, fotoreporter ucciso da una granata.
Quella del fotoreporter anche nei tempi dell’informazione massimamente tecnologica appare come una funzione essenziale e purtroppo talvolta tragica, come in questa circostanza.
Un pensiero ai famigliari che patiscono un dolore immenso vissuto da chi conosce bene, dall’interno, la professione giornalistica, in particolare alla sua compagna e alla figlioletta con le quali da qualche anno viveva a Beirut, al padre e allo zio, Pierluigi e Stefano, entrambi giornalisti. A loro un pensiero e il nostro abbraccio – della Fnsi e della Ifj – in questo momento di grande tristezza per tutti noi.
Franco Siddi
Segretario Fnsi