Web tax e Robin tax nel mirino di Confindustria Radio Tv: “La nuova fiscalità non è equa”

Siddi: “Una legge di Bilancio ingiusta e vessatoria”

Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Tv

ROMA – “L’imposta sui servizi digitali prevista dalla legge di Bilancio, attualmente in discussione e sollecitata per combattere l’elusione delle multinazionali, così come scritta produrrà solo danni per le imprese nazionali, e non solo per quelle radiotelevisive”. Lo afferma  il presidente di Confindustria Radio Televisioni, Franco Siddi – denunciando che “queste, anziché essere escluse perché già pagano le tasse sulle evidenze dei lori bilanci sarebbero chiamate a pagare ulteriori oneri fiscali aggiunti a quelli già assolti”.
“Una scelta incomprensibile, ingiusta, vessatoria e iniqua – incalza l’associazione di categoria dei media televisivi e radiofonici italiani – anche perché ben lontana dall’obiettivo di ristabilire l’equità fiscale e concorrenziale ancora una volta a vantaggio delle multinazionali globali del web, notoriamente grandi elusori fiscali”.
Si aggiungerebbero, dunque, solo “ulteriori oneri e balzelli ad un settore come quello radiotelevisivo che genera occupazione, cultura e innovazione sul territorio nazionale. Un settore con un valore sociale ed economico, di cui dovrebbe essere invece garantito lo sviluppo in un ambiente competitivo sano”.
“Nel testo proposto – secondo le stime di Confindustria Radio Televisioni – sono assolutamente sovrastimati i 150 milioni di gettito atteso dal recupero della base imponibile – basate su dati reali del settore – la cifra potrebbe raggiungere al massimo 10 milioni”.
Infine, per Franco Siddi “suscita stupore l’irragionevolezza e l’incoerenza di una nuova disposizione appena depositata (cosiddetta Robin Tax) rivolta a concessionari di reti infrastrutturali e trasporti estesa alle imprese radiotelevisive che inoltre presenta evidenti profili vessatori e di incostituzionalità. In più, chi potrà recupererà questa tassa aumentando i costi per i consumatori, che è un risvolto assolutamente nefasto,  il settore radiofonico e televisivo invece verrà ulteriormente penalizzato a discapito della concorrenza con gli Ott”. (giornalistitalia.it)

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