ROMA – “Lo abbiamo visto con i fatti di Parigi: tutti i media sono importanti in questa fase per conoscere e capire la tragedia del fondamentalismo islamico. Ma, passate le prime ore, a reggere l’attenzione dei cittadini sono state le televisioni pubbliche, perché in grado di mettere in campo in modo permanente un pluralismo di forze, competenze e idee pensanti che le tv commerciali non hanno, per un disegno editoriale differente”. A dirlo, Franco Siddi, consigliere d’amministrazione della Rai, oggi in conclusione della tavola rotonda sullo Stato dell’arte del rinnovo delle Concessioni di servizio pubblico radiotelevisivo in Europa, organizzata per le Giornate Internazionali del XXIX Festival Internazionale Eurovisioni.
“L’idea del servizio pubblico dovrebbe essere nelle Carte dello Stato, non può essere messo in discussione ad ogni cambio di Governo”, prosegue Siddi al termine di un confronto tra operatori che ha raccontato di un’Europa con realtà molto differenti, dalla Grecia che si è vista spegnere la Tv pubblica alla Gran Bretagna dove gli utenti sarebbero disposti a pagare di più il canone.
“Avere il servizio pubblico – prosegue Siddi – è avere diritto di parola e una rappresentazione essenziale della tua vita civile e delle tue problematiche. Il canone? Quando c’è, esiste anche una proprietà diffusa dei cittadini, una possibilità di controllo e partecipazione che altrimenti non sono garantite. La pubblicità per certi versi sarebbe bene non ci fosse, ma poi non saremmo in grado di realizzare tutto”.
Quando alla Rai, dice, “il nuovo cda sta lavorando per trasformarla in media company, per portare le sue produzioni migliori su tutte le piattaforme. Mi auguro – conclude – che il 2016 sia un anno cruciale: per il rinnovo della concessione e del contratto di servizio e perché parta questa trasformazione”.
Al servizio pubblico, aggiunge a distanza in una nota, Francesco Verducci, vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai, “spetta un compito enorme, tanto più in questo momento di drammatici sconvolgimenti, di contribuire a ripensare una nuova cultura europea ed euromediterranea. È questo il senso della sfida, non solo in Italia: dare voce alla società – si legge –. La riforma della governance della Rai che stiamo portando avanti in Parlamento ha l’obiettivo di ripensarla a partire dalle sue fondamenta, per dare nuova forza al servizio pubblico”. (Ansa)
Il consigliere Rai: “È l’unica in grado di mettere in campo un pluralismo di forze”