ROMA – “Il nuovo attacco assurdo di Grillo contro un giornalista che si occupa di conoscere a fondo i fatti e di renderli pubblici ai lettori è sintomo di un’insofferenza ormai palese e della sua difficoltà ad essere un vero leader democratico”. Esprimendo a nome della Fnsi “incondizionata solidarietà” a Tommaso Ciriaco de “la Repubblica”, il segretario generale Franco Siddi replica, così, all’ennesimo attacco di Beppe Grillo ai giornalisti. Il quotidiano diretto da Ezio Mauro denuncia, infatti, il “wanted” sul sito di Grillo questa volta rivolto contro il collega Tommaso Ciriaco, “ma anche qualcosa di più. Grillo parla di ricerche fatte sul nostro collega e conclude con un «quelli come lui dureraranno poco»”.
La Repubblica spiega che “il cronista politico Tommaso Ciriaco è «reo» di aver raccontato le divisioni in seno al gruppo europeo dei grillini. Sotto il titolo apparentemente ironico di «Braccia rubate all’agricoltura», il blog pubblica un lungo un articolo con tanto di foto del giornalista. Un «wanted» on line che Grillo ha già riservato ad altri cronisti, ma che stavolta svela una specie di «indagine preventiva» fatta sul giornalista. Scrive, infatti, il blog: «Tommaso è calabrese, ma in Calabria non lo conosce nessuno. Pare addirittura che Tommaso non abbia mai lavorato in un giornale locale nella sua regione. In rete è invisibile, a parte un profilo Twitter, non ha un sito, non è reperibile un suo cv. Che ha fatto nella vita?». L’accusa a Ciriaco è quella di fare il suo lavoro con «troppo zelo»: «Tommaso gira per il Parlamento a fare stalking sui rappresentanti del M5S, capta battute in ascensore, li segue fino al treno, li segue in macchina, li segue in aereoporto, li segue fin dentro l’aereo. Si potrebbe pensare che sia dei servizi segreti!».
La conclusione è nel consueto stile dell’invettiva: «Quanti Tommasi ci sono nel le redazioni dei giornali di regime italiani? Tanti, ma non incazzatevi perché una cosa è certa: dureranno poco. Dopo di che dovranno cercarsi un lavoro come milioni di italiani, e di questi tempi non è facile»”.
Immediata la reazione del Comitato di Redazione de la Repubblica, che bolla subito le esternazioni di Grillo come “farneticazioni minacciose”. “Il merito, il tono, la viltà e l’incedere allusivamente mafioso con cui viene esposto al pubblico ludibrio un giornalista che ha la sola colpa di fare il proprio mestiere – denuncia il Cdr del quotidiano – la dice lunga sul coraggio e le intenzioni dell’estensore del post. Tommaso Ciriaco sa che l’intera redazione è con lui. Chi lo insulta protetto dall’anonimato deve sapere che, non saranno le minacce a determinare la qualità del giornalismo di Repubblica e a condizionare il lavoro dei suoi giornalisti”.
Dal canto suo, l’Associazione Stampa Parlamentare esprime “solidarietà al collega Tommaso Ciriaco, oggetto di insulti di sapore discriminatorio sul blog di Beppe Grillo, per aver descritto, in un articolo pubblicato da «Repubblica», le divisioni interne al Movimento. Il diritto di rettifica non può trasformarsi in un «tiro al bersaglio» personale e intimidatorio”. L’Asp auspica che “da parte del Movimento 5 Stelle cessi un atteggiamento aggressivo nei confronti dei cronisti che, liberamente e con serietà, esercitano la loro professione”.
Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, lancia, quindi, una sfida: “Grillo si confronti con i giornalisti e le loro rappresentanze. Per ogni giornalista da lui colpito con parole sempre più gravi e pericolose per la democrazia tanti altri continuano a scrivere con onestà e competenza. E questi crescono sempre di più. Non li abbatterà. Ci sono mele marce anche nel giornalismo e di questo siamo pronti a parlare con tutti. Se il leader dei 5 Stelle continua così sappia che non ci piegherà. Saranno sempre più i Tommaso Ciriaco che non si fermano davanti ad una dichiarazione minacciosa. Il sole della censura che lo affascina non passerà. Gli ripetiamo, accetti il contronfto pubblico nella sala Walter Tobagi della Fnsi, in Corso Vittorio Emanuele II, 349, a Roma, ma se non gli piace la sede delle conferenze intitolata a un martire dell’informazione accettiamo di confrontarci anche a casa sua. Ora basta”.