ROMA – «È un segnale per nulla confortante l’ipotesi – assai concreta – che domani il Consiglio dei Ministri, nel “Milleproroghe”, possa prevedere una nuova proroga di 3 mesi per le Autorità indipendenti di garanzia nelle comunicazioni e per la tutela dei dati personali». Confindustria Radio Tv esprime «grande preoccupazione» per questa soluzione, se dovesse essere effettivamente adottata.
Una posizione di particolare criticità è stata segnalata oggi con una lettera, soprattutto a proposito dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dal presidente dell’Associazione che riunisce le principali emittenti nazionali e locali della radiotelevisione, Franco Siddi, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, e ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati.
«Una proroga di altri tre mesi, dopo i cinque che si stanno concludendo, è indice – denuncia Franco Siddi – di un’anomalia che può avere ripercussioni concrete e serie per un’Autorità di garanzia che è un riferimento essenziale, per il pluralismo dei media, per il buon funzionamento del mercato e per la promozione della leale concorrenza come ribadito anche dalla recente direttiva europea per il settore (UE 2018/1808)».
«Non bisogna, infatti, dimenticare – sottolinea Siddi – che da inizio gennaio partirà la complessa operazione di refarming della cosiddetta banda 700 MHz, finalizzata al rilascio di frequenze a favore del 5G. E che ciò capita senza che ad oggi si siano potute avviare le procedure di gara per l’assegnazione definitiva delle frequenze alle imprese televisive, costrette intanto ad un oneroso ridimensionamento. Le scadenze fissate dalla legge richiedono che l’organismo di garanzia sia nel pieno esercizio del mandato nel tempo e nella più ampia legittimazione ad operare, che non può essere assicurata con la stessa efficacia da un organismo sicuramente composto da figure autorevoli e sostenuto da una buona struttura ma caratterizzato da una condizione di provvisorietà».
«C’è bisogno – incalza Siddi – di stabilità e continuità di esercizio, proiettata nel tempo di un mandato pieno. Le criticità degli assetti politici non possono essere scaricate su istituzioni di garanzia, soprattutto quando si tratta di Autorità che sono state istituite a presidio di beni e valori assicurati dalla Costituzione. Siamo veramente ai limiti. E laddove, a questo punto (cui ha portato la criticità politica), dovesse risultare inevitabile una prorogatio, questa sia brevissima, giusto il tempo per fissare calendario e agenda di nomina in parlamento e in sede di governo nei tempi più ravvicinati possibili, alla ripresa dell’attività pubblica all’inizio dell’anno. Ogni altra soluzione sarebbe non solo eccessiva ma di molto dubbia tenuta anche giuridica e di sicuro nocumento per i beni che le Autorità indipendenti sono chiamate a garantire e tutelare». (giornalistitalia.it)