ROMA – L’annuncio degli editori de “La Stampa” e del “Secolo XIX”, John Elkann e Carlo Perrone, di un progetto che entro l’anno integrerà i due quotidiani in una nuova società comune richiede grande attenzione per la portata dell’improvvisa comunicazione e suscita amarezza per le svolte che la crisi economica e quella dei giornali stanno determinando.
Anche giornali storici, da soli, rischiano di non farcela più. E non bisogna dimenticare che Elkann è l’azionista di maggioranza relativa del Corriere della Sera, giornale attorno al quale si giocano rilevanti partite del sistema editoriale italiano. I poli editoriali sono un tema di discussione sia per le soluzioni da dare alla crisi, sia nei dibattiti sul riassetto del sistema.
L’alleanza dovrà essere chiarita in tutti i suoi effetti, editoriali, organizzativi, occupazionali e nella relazione con l’identità delle due importanti testate del Nord Ovest che, da Torino e Genova, da quando esistono, sono bandiere rappresentative del Piemonte e della Liguria che hanno sempre parlato al resto del Paese. I discendenti di quelli che avevano creato i poli industriali più antichi del Paese, gli Agnelli e i Perrone, si mettono insieme cento anni dopo siglando un patto che pare molto più di una semplice pax editoriale, assumendo come motivo la crisi del settore. I bilanci delle due testate non hanno il segno più e già sono stati all’origine di pesanti piani di riorganizzazione pagati con riduzione di organici, prepensionamenti e, oggi, con il contratto di solidarietà al Secolo XIX.
Occorre ora che siano messi in chiaro, nel corretto confronto con le parti sociali e nel rispetto dei tempi e delle regole previste per questi passaggi societari, i contenuti di tutta l’operazione. Se le la nuova impresa rafforzerà identita delle testate e progettualità editoriale, avendo al centro il lavoro, in particolare i giornalisti patrimonio essenziale, per migliorare offerta e risultati sarà una cosa. Se, invece, si punterà tutto sulla razionalizzazione tecnica, con disinvestimenti editoriali più o meno lineari, sarà impossibile parlare di svolta.
La Fnsi sarà vicina ai Comitati di a redazione e ai colleghi del “Secolo XIX” e de “La Stampa” e alle Associazioni della Stampa di Liguria e Piemonte, sia nell’indispensabile confronto aziendale e in sede nazionale, sia nell’opera di salvaguardia e valorizzazione dei posti lavoro nell’ipotesi di nuovo processi editoriali coordinati, perché davvero si vada verso una condizione di nuova solidità e fiducia.
La situazione sarà seguita attentamente in tutti i suoi aspetti, avendo ruardo per il valore e del lavoro giornalistico e delle articolate presenze nei territori, in alcuni dei quali sinora i due quotidiani agiscono in regime di concorrenza o con altre alleanze, come nel caso della “Stampa” con il “Corriere Mercantile”.
Sicuramente l’annuncio di oggi deve far riflettere anche Governo e Parlamento sia sui significati della crisi dei giornali, sia sull’esigenza di intervento più qualificato per il pluralismo dell’informazione.
Il matrimonio tra La Stampa e Il Secolo XIX deve dar riflettere Governo e Parlamento