BARI – “C’è chi fa i contratti e chi, sparlando dei contratti, che non conosce, fa campagne di propaganda. Noi abbiamo scelto la strada del cercare risposte agli interessi di una categoria, quella dei giornalisti, e di un settore, quello dell’editoria, colpiti in questi anni da una durissima crisi”. Lo ha dichiarato il segretario della Federazione della Stampa, Franco Siddi, a Bari per una iniziativa dell’Associazione della stampa di Puglia.
“Il contratto dei giornalisti, prima di essere commentato, va conosciuto e chi vuole documentarsi sa che il nuovo contratto aggiunge solo diritti, in termini inclusivi, con una gradualità crescente di tutele e diritti retributivi oggi totalmente assenti – ha proseguito Siddi – . Il contratto, inoltre, va letto nel contesto in cui viviamo, di un settore che ha perso in 10 anni il 50% dei ricavi nominali, che in 5 anni ha perso 2.500 occupati, e di un sistema previdenziale autonomo dei giornalisti che deve sobbarcarsi l’onere di tutta la sicurezza sociale dei giornalisti che perdono il lavoro o che sono costretti a contratti di solidarietà o alla cassa integrazione. Rinnovando il contratto, ne abbiamo allungato la vita, dandogli nuova linfa e intercettando, in una triangolazione virtuosa con Stato, editori e giornalisti (Fieg e Inpgi), l’opzione di un intervento pubblico di sostegno, altrimenti inimmaginabile per ammortizzatori sociali e nuova occupazione”.
“Il Governo ha messo a punto un decreto che riflette il concerto tra le parti, che diventerà esecutivo tra pochi giorni non appena sarà concluso l’iter procedurale (Corte Conti, etc.), mentre conferma l’impegno a intervenire a sostegno della nuova occupazione, sia quella giovanile che sul fronte del recupero dei disoccupati, con oneri sociali del 100% per gli assunti a tempo indeterminato e del 50% per quelli a tempo determinato. Misure che possono diventare una spinta alla nuova occupazione – ha insistito il segretario Fnsi – . Il decreto conferma anche che, in caso di prepensionamenti, occorrerà garantire investimenti sulla nuova occupazione, almeno tre ogni dieci che vanno via. È, insomma, un passaggio epocale e non voler vedere questo, anzi negarlo, come fanno alcuni detrattori per propaganda politicante, significa fare male anche il giornalista”.
“Ho detto ieri al presidente dell’Ordine Iacopino che, prima di fare osservazioni sul presunto annullamento di diritti, che non c’è stato, – ha detto, ancora, Siddi – dovrebbe fare un ripasso sui temi d’esame almeno per la parte che riguarda il contratto. E’ sulla verità dei fatti che si fondano le opinioni, mentre ho l’impressione che sul lavoro autonomo ci sia una forte strumentalizzazione degli ultra garantiti, che si soffi sul fuoco delle giuste preoccupazioni e del grande disagio dei lavoratori autonomi e dei precari. I primi entrano per la prima volta nel contratto: è molto di più dell’equo compenso stabilito dalla Commissione governativa e, in ogni caso, parliamo di compensi minimi che fino ad oggi non c’erano. Certo, la lotta continua – ha rilevato, ancora, Siddi – ma per 22 anni gli editori hanno negato il diritto di negoziare qualsiasi cosa per gli autonomi, che oggi si ritrovano minimi superiori anche cinque volte a quanto si paga in certi giornali: chi lo nega per una protesta fatta solo di parole fa un danno a se stesso e alla categoria. E poi – ha concluso il segretario della Fnsi -, piuttosto che perdere totalmente un diritto come la ex fissa, destinata ad essere dichiarata fallita in due mesi, abbiamo proceduto ad una riforma di cui si avvantaggeranno soprattutto i giovani, in caso contrario l’ex fissa l’avrebbero presa soltanto quelli che sono andati in pensione sino al 30 giugno 2014”. (Agi)
“…strumentalizzando gli ultra garantiti e soffiando sui disagi di autonomi e precari”