MOGADISCIO (Somalia) – Un cittadino somalo è stato condannato in Canada a scontare 15 anni di carcere per il ruolo svolto nel sequestro della giornalista freelance Amanda Lindhout.
Il tribunale di Ottawa ha condannato il 40enne Ali Omar Ader a scontare la pena un decennio dopo il rapimento della Lindhout, 37 anni, e del fotografo australiano Nigel Brennan, avvenuto vicino a Mogadiscio. Era, infatti, il 2008. Stavano lavorando sui campi profughi. Furono tenuti prigionieri 460 giorni prima di essere rilasciati nel novembre del 2009.
Il giudice canadese Robert Smith ha detto che la lunga carcerazione ha lo scopo di inviare un messaggio: “La presa di ostaggi internazionali è un affare serio che non sarà preso alla leggera”.
Ader aveva sostenuto in tribunale di essere stato “costretto a fare da negoziatore per la banda di rapitori”, che aveva minacciato la sua famiglia. Il giudice ha ritenuto la testimonianza falsa, sottolineando che la coppia è stata trattenuta in “circostanze orrende” per 15 mesi.
Le famiglie della Lindhout e di Brennan riuscirono a raccogliere 1,2 milioni di dollari canadesi per pagare il riscatto e riportarli a casa. Entrambi sono stati torturati e tenuti in stanze separate da adolescenti che facevano parte di una banda somala.
Il trattamento brutale ricevuto durante il sequestro è stato descritto nel libro della giornalista, “A House in the Sky”.
Ali Omar Ader fu attirato in Canada dalla Royal Canadian Mounted Police, che lo indusse a entrare nel Paese con la promessa di un lucroso accordo per scrivere un libro sulla vicenda. Fu, invece, arrestato nel 2015. Ora, la condanna. (giornalistitalia.it)