ROMA – «Togliere il canone per la Rai non sarebbe premessa per una riforma, ma per una trasformazione, se non la cancellazione del servizio pubblico radiotelevisivo, con ricadute negative su tutta l’area dei media, sulla produzione creativa e sull’occupazione». Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Tv, interviene sulla proposta di abolizione del canone sottolineando che senza di esso «la Rai dovrebbe finanziarsi solo con le risorse del mercato pubblicitario, cadrebbero le regolazioni di un delicato equilibrio del sistema misto e ripercussioni anche per le risorse verso quelle che oggi sono le aree dei media più sofferenti sul piano economico, come emittenza locale e carta stampata».
«Non si può dimenticare, peraltro, che il servizio pubblico – ricorda Siddi – è in concessione decennale e che su questa base sono stabiliti i caratteri e gli obblighi della Rai, sia per quanto riguarda gli aspetti sociali, culturali e produttivi e soprattutto per la diffusione del servizio a tutti i cittadini italiani».
«A fronte di questi obblighi – osserva l’ex segretario generale e presidente della Fnsi – trova fondamento il canone ed è certamente giusto esigere una corrispondenza tra oneri di servizio e risorse. Per qualsiasi riforma che voglia puntare a migliorare qualità, produzioni, innovazione e così via, sarebbe perciò indispensabile partire dal finanziamento pubblico in misura adeguata rispetto agli obblighi richiesti. Spetterà, ovviamente, agli organismi competenti e titolati valutare misure, risultati ed effetti».
Franco Siddi interviene anche in tema di «ascolto e comportamenti conseguenti» dopo rilevante messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su Media e colossi del Web.
«È di grandissima rilevanza – afferma Siddi – la considerazione del Presidente della Repubblica, secondo il quale “la dimensione digitale” deve rispettare i princìpi e le regole frutto delle conquiste democratiche”, espresse nelle Carte Costituzionali delle nostre democrazie. Meritano, infatti, doveroso ascolto e comportamenti conseguenti da parte di tutti i soggetti istituzionali e sociali interessati le parole pronunciate oggi, ancora una volta, a sostegno dell’informazione libera e della delicata funzione degli editori che operano nel rispetto delle regole».
«Di grande significato – sottolinea il presidente di Confindustria Radio Tv – è, perciò, il “titolo a ricevere concreta attenzione da parte delle Istituzioni” per “gli editori che hanno l’impegnativo compito di far quadrare i conti e sanno scommettere su un settore vitale della democrazia».
«Confindustria Radio Tv – conclude Siddi – è riconoscente al Capo dello Stato per la puntualità con cui ha centrato le questioni del momento, evidenziando la forza della professionalità e della deontologia dei professionisti dell’informazione e l’importanza del delicato compito degli editori che operano nel rispetto dei princìpi e delle regole di un’attività tanto delicata quanto essenziale per la cittadinanza tutta. E ciò anche a fronte della “egemonia di molti colossi del digitale” che “assume una pervasività finora sconosciuta». (giornalistitalia.it)
Siddi: “Cadrebbero i limiti sulla pubblicità. Con Mattarella su Media e colossi del Web”