PISA – Se nel linguaggio comune ci siamo (ahimè!) rassegnati ai tanti imbarbarimenti che ci inorgogliscono come non mai (vedi: “piuttosto che…” al posto di “oppure”, “la chiama” al posto di “la chiamata”, “la quadra” al posto di “la quadratura”, “H24” al posto di “24 ore su 24” e così via), il linguaggio scientifico non dovrebbe permettere simili acrobazie.
Sempre più spesso, sui giornali e alla televisione, quando si parla di elettricità (una nuova centrale elettrica, il carico di punta estivo, il fabbisogno elettrico di una certa zona, un black out, etc…) si assiste a una pietosa confusione fra i due concetti fisici di “potenza” e di “energia”, con una pari confusione fra le loro unità di misura (rispettivamente W e Wh e i loro multipli kW e kWh).
Capisco che il giornalista medio non è un laureato in fisica o in ingegneria. Non si offenda, quindi, se gli porgo un aiuto che spero possa far salire la propria testata di un gradino nella scala della qualità, della precisione e della serietà professionale.
La “potenza” è qualcosa di intrinseco alla macchina, all’apparecchiatura, etc… Essa dipende solo da come è costruita e prescinde dal fatto che sia in funzione o meno. Un condizionatore, per esempio, avrà una potenza di 1000 W (meglio dire 1 kW, un chilowatt – Il “k” va scritto minuscolo, se è maiuscolo si tratta di tutt’altra grandezza fisica). Questa potenza di 1 kW è sempre la stessa sia con condizionatore acceso che spento.
Una centrale elettrica, per fare un altro esempio, ha una potenza, mettiamo, di 300.000 kW e non ha nulla a che vedere con l’energia che produce. Se la centrale è ferma, essa ha sempre 300.000 kW di potenza nominale ma produce “zero” di energia.
L’energia è la manifestazione (assorbimento nel caso del condizionatore, produzione nel caso della centrale) della relativa potenza quando essa è utilizzata per un certo tempo. L’energia è il prodotto matematico della potenza (espressa in Watt o in kW o ancora in MW – Megawatt – cioè milioni di W) per il tempo di funzionamento espresso in ore.
In sintesi, per parlare, per misurare, per sbalordire il lettore sull’entità di una bolletta da pagare, etc… occorre parlare di kWh (si legge “chilowattora”). Il condizionatore di prima, tenuto acceso per 2 ore, assorbirà 1kW x 2 ore = 2 kWh di energia elettrica. La centrale (utilizzata alla sua potenza nominale), sempre in due ore, produrrà una energia elettrica di 300.000 kW x 2 ore = 600.000 kWh. Se funziona 10 minuti si ha 300.000 kW x 10/60 ore = 50.000 kWh. Etc.. etc…
Non è pignoleria. Basta pensare al fatto che la potenza la si paga una sola volta, al momento dell’acquisto o della realizzazione dell’apparecchio; l’energia la si paga solo se quella potenza è “in servizio”, cioè ora per ora, minuto per minuto… (a parte le strane politiche tariffarie. Ma allora non siamo più nel campo della fisica).
Concludendo, e per farla breve, notando che l’imprecisione del giornalista medio consiste nell’usare con disinvoltura la parola “chilowatt” al posto di “chilowattora”, e viceversa, riporto un sintetico riepilogo:
– non si dice: “L’intenso caldo di questi giorni ha provocato un aumento di consumi di xxx kW”, ma “… di xxx kWh”;
– è corretto dire: “L’intenso caldo… ha costretto l’Enel ad attivare complessivamente impianti fino ad una potenza di 50000 MW”. Quanta energia hanno prodotto questi impianti, cioè questi 50000 MW, dipende poi dal tempo che sono stati in marcia;
– non si dice: “Il consumo medio annuo di una famiglia è di 6000 kW”, ma “… di 6000 kWh”;
– è corretto dire: “Ho sostituito una lampadina da 60 W con una da 100 W|”;
– è corretto dire: “La potenza che l’Enel (a casa mia) mi consente, per contratto, di tenere contemporaneamente tutta in funzione, anche per un tempo infinito, è di 3 kW”. Poi, quello che pagherò sarà in funzione del risultato del prodotto Potenza x Tempo (cioè pagherò i kWh).
ing. Carlo Zamparelli