ROMA – Nel giorno in cui a Google viene inflitta dalla Commissione Europea una multa da record – 2.4 miliardi di euro, per abuso di posizione dominante, in pratica perché nei risultati delle ricerche degli utenti sul web Google mette in cima il suo servizio di shopping, i suoi clienti – ; in un giorno così importante è passata quasi inosservata un’altra notizia che riguarda Google e riguarda tutti noi utenti della rete. È questa: Google la smetterà di leggerci le email. Immagino che la reazione di molti sia di incredulità: ma perché Google davvero ci legge le email? Assolutamente sì. Legge le email del miliardo e 200 milioni di utenti del servizio di posta più diffuso del mondo, Gmail appunto.
Ora non dovete immaginare un omino che legge tecnicamente quello che scrivete. Anche perché servirebbero milioni di omini. Ma piuttosto qualcosa di simile ad un ragnetto molto veloce che guidato da un algoritmo scansiona tutte le parole che usate. Con che scopo? Mostrarvi annunci pubblicitari che possano interessarvi. Insomma, avete notato che se usate la parola “inglese” in una email, poi vi propongono dei corsi? E se nominate una città o una località turistica, ecco che c’è pronto un pacchetto per partire? E se citate un cantante, arriva subito il link per i biglietti del prossimo concerto? Questa cosa non accade per magia. Accade perché Google “legge” quello che scriviamo.
Intendiamoci: tutto il web funziona così: la nostra navigazione da un sito all’altro serve a costruire dei profili che vengono venduti agli inserzionisti pubblicitari in modo che possano offrirci esattamente quello che cerchiamo. Però un conto è la navigazione un altro è quello che scriviamo in una email che tecnicamente è una lettera privata, e quindi inviolabile. Per anni noi utenti abbiamo distrattamente dato il consenso a Google per leggerci la corrispondenza in cambio del fatto di disporre di un servizio gratuito e super efficiente. Un po’ troppo. E ora Google si ferma (anche perché per profilarci hanno i dati che raccoglie Chrome durante la navigazione). Si ferma prima che la fermi la Commissione Europea o qualche altra autorità. Una buona notizia. Ai giganti del web abbiamo dato un potere enorme, che però va gestito con misura e responsabilità. (agi)
Riccardo Luna
Direttore Agi