TORINO – Il giornalista Riccardo Coletti, collaboratore de “La Stampa”, ha raccontato sul suo giornale il dramma dei “migranti della vendemmia” sfruttati dai “caporali”, della manodopera in nero tra le vigne del Moscato d’Asti. Per giorni, da cronista, ha cercato nelle piazze e nelle strade di Canelli bulgari, macedoni, marocchini, albanesi. È andato a vedere dove alloggiano, ha parlato con loro, ha documentato anche con fotografie le miserabili condizioni in cui dormono dopo il lavoro, su pubbliche panchine o ammassati nelle tende tra i boschi.
Un corretto lavoro d’inchiesta. Poi qualcuno ha danneggiato la sua automobile e a Coletti è capitato, mentre rincasava, di essere minacciato da due uomini. Scesi da una BMW che aveva la targa coperta, con accento straniero gli hanno detto: “Tu, finché c’è la vendemmia, a Canelli non ci devi più venire”.
L’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e l’Associazione Stampa Subalpina esprimono indignazione per l’accaduto e piena solidarietà al collega Coletti; ringraziano le forze dell’ordine per il pronto avvio delle indagini seguite alla sua denuncia; raccomandano la massima vigilanza affinché ogni giornalista possa svolgere fino in fondo le sue inchieste e affinché il lavoro di Coletti e degli altri cronisti sul fronte dello scandaloso caporalato possa proseguire e portare risultati di informazione e civiltà. Invitano, infine, tutte le pubbliche autorità a non sottovalutare segnali e a fare tutto il possibile per fermare, in luoghi così civili, fenomeni indegni.
Il racconto dettagliato di quanto accaduto a Riccardo Coletti e la sua testimonianza su La Stampa:
http://www.lastampa.it/2015/09/03/italia/cronache/minacciato-il-cronista-che-denuncia-il-lavoro-nero-tra-i-vigneti-di-canelli-wUHaYyTk6IOQcsQFFwQOIN/pagina.html