PANCHKULA (India) – È salito a 25 morti il bilancio dei violenti scontri esplosi in India (17 nella città di Panchkula nel nord del Paese), tra la polizia appoggiata da militari e i seguaci del “guru luccicante” Ram Rahim Singh. La violenza si è scatenata alla notizia che i giudici avevano ritenuto il guru colpevole di stupro, in attesa dell’entità della pena che verrà definita il prossimo 28 agosto.
Nonostante lo spiegamento di venti colonne militari, i dimostranti sono stati affrontati con lacrimogeni e idranti, testimoni parlano di colpi esplosi. Ci sarebbero anche un centinaio di feriti. Distrutti due furgoni delle televisioni che seguono l’evento. La setta di Ram Rahim Singh denominata Dera Sacha Sauda, partita dallo stato indiano di Haryana ha un seguito stimato in vari milioni di persone in India e tutto il mondo. A Panchkula sono presenti decine di migliaia di seguaci del guru.
Singh si è recato in tribunale con un corteo di oltre 100 veicoli che hanno attraversato la città di Panchkula, mentre i suoi devoti affollavano il percorso, con molte persone in lacrime. Da molti Singh è visto come un leader spirituale e benefattore legato alla tradizione indù, al di là degli atteggiamenti spettacolari con cui si presenta.
I fatti addebitatigli risalgono al 1999 e il 50enne Ram Rahim Singh nega ogni responsabilità. Nel 2015 era stato accusato di aver indotto alla castrazione 400 adepti, perché fossero più vicini alla spiritualità, ma è stato anche accusato di concorso nell’omicidio, nel 2002, del giornalista investigativo Ram Chander Chhatrapati del “Poora Sach”, ex devoto che voleva svelare gli affari segreti della potente fondazione “caritatevole”.
Da molti Singh è visto come un leader spirituale e benefattore legato alla tradizione indù, al di là degli atteggiamenti spettacolari con cui si presenta. Particolarmente duri i suoi attacchi agli esponenti della religione Sikh. (agi/afp/giornalistitalia.it)
Accusato di stupro e concorso nell’omicidio del giornalista Ram Chander Chhatrapati