ROMA – Sono stati 987 – secondo fonti di Viale Mazzini – i giornalisti della Rai che hanno dichiarato di scioperare nella giornata di ieri. Lo riporta l’agenzia di stampa Ansa spiegando che si tratta – spiegano le stesse fonti – del 56% su un totale di 1764 giornalisti contrattualizzati. La percentuale sale al 71% se si considerano solo i presenti. Per quanto riguarda le testate – spiegano ancora – hanno dichiarato di scioperare il 60% dei giornalisti di Rainews, il 34% di RaiSport, il 66% della Tgr, il 30% del Tg1, il 39% del Tg2, l’84% del Tg3 e il 68% di Rai Parlamento.
Dati che contrastano con quelli dell’Usigrai che sostiene, invece, che ad aderire allo sciopero è stato il 75% dei giornalisti ammettendo, così, che il 25% non vi avrebbe partecipato, quindi certificando comunque che, con la nascita di UniRai Figec Cisal anche il Rai il tempo delle maggioranze bulgare è finito.
«Possono dire – afferma il segretario di UniRai, Francesco Palese – che ha aderito anche il 120%. Gli italiani a casa hanno visto con i loro occhi. Ma se sono contenti così auguriamo loro altre 100 vittorie simili. In questi casi consigliamo camomilla. Non c’è stata nessuna forzatura. Se hanno argomenti seri vadano in tribunale. Non abbiamo certamente paura».
E Pierluigi Roesler Franz, delegato agli affari giuridici e legislativi della Figec Cisal, taglia corto ammonendo che «per mettere a tacere una volta per sempre i continui, gravissimi e ingiustificati attacchi ai giornalisti Rai di tutta Italia, che legittimamente non hanno aderito ieri allo sciopero indetto dall’Usigrai perché iscritti ad Unirai o non iscritti ad alcun sindacato, va ribadito, ricordato e sottolineato in ogni sede che tra le libertà costituzionalmente garantite dalla Carta repubblicana vi é anche quella, consentita ai lavoratori che non aderiscono ad uno sciopero, di continuare nel loro lavoro (Corte Costituzionale sentenza n. 31 del 17 marzo 1969). In altri termini, non aderire ad uno sciopero rientra a pieno titolo tra i diritti del lavoratore tutelati dalla Costituzione e nessuno può assolutamente interferire su questa sua libera scelta».
Il Consiglio direttivo di UniRai spiega, inoltre, che «non c’è stata alcuna forzatura per la messa in onda dei tg di ieri a partire da quelli regionali di Puglia e Molise. Non ci sono state violazioni di legge tantomeno di contratto, semmai la non applicazione di alcune prassi consolidate in tempo di monopolio e di sindacato unico. Quel tempo non c’è più da quando è nata UniRai, nuovo punto di riferimento per i giornalisti della Rai e speranza per il cambiamento».
«Semmai – denuncia UniRai – siamo noi a dover denunciare che per tutta la giornata di ieri sono state fatte pressioni improprie da parte di molti esponenti dei vari Cdr in moltissime testate, nazionali e regionali. In alcuni casi, come siamo in grado di documentare, al limite della decenza con atteggiamenti fuori da ogni regola».
«Ci fa sorridere, infine, chi parla di danno di immagine all’azienda – afferma UniRai – dopo aver alimentato per mesi vere e proprie fake news riprese anche all’estero. In Rai il clima è cambiato. Basta leggere i giornali di oggi per capire che a credere alla favola della dittatura è rimasto solo un quotidiano che continua peraltro a spacciare notizie false, puntualmente smentite».
Per quanto riguarda i dati sull’adesione allo sciopero al Tg1 e al Tg2 hanno scioperato meno della metà, poco più della metà nella direzione Approfondimento, circa uno su tre in quella Day Time. (giornalistitalia.it)