ROMA – «“Quando la scure si abbatterà su di voi, la morte avrà la mia faccia”. Con queste parole l’amministratore delegato de l’Unità srl, Guido Stefanelli, si è rivolto a un membro del Cdr che gli chiedeva un incontro. A questo siamo precipitati. A un degrado ignobile non solo delle relazioni sindacali ma di quelle umane». La denuncia è del Comitato di redazione del quotidiano l’Unità che domani, domenica 29 gennaio, non sarà in edicola perché oggi i giornalisti sono in sciopero.
«Questo – spiega il Cdr – è il clima avvelenato a pochi giorni dal 1° febbraio, quando l’assemblea dei soci dovrà decidere la ricapitalizzazione o la messa in liquidazione del giornale. Al segretario del Pd e ai soci di maggioranza de l’Unità srl abbiamo rivolto domande di merito sulla situazione del giornale, sulle responsabilità e le prospettive. Non abbiamo ricevuto risposte. Se non silenzi, insulti, minacce e generiche rassicurazioni».
«Non ci faremo intimidire. In gioco – sottolineano i giornalisti de l’Unità – non sono solo 36 posti di lavoro, ma il futuro stesso del giornale, la sua vita o la sua morte. Useremo tutti gli strumenti, politici, sindacali, legali, per difendere i nostri diritti. Per questo domani l’Unità non sarà edicola. Per i lavoratori è una scelta dolorosa, sotto ogni punto di vista, ma inevitabile di fronte all’atteggiamento dell’azienda».
«Ai nostri lettori – conclude il Cdr – chiediamo di esserci vicini. Al segretario del Partito Democratico chiediamo inoltre, come ha annunciato, di incontrare il socio di maggioranza. Il tempo sta per scadere e nulla deve restare intentato. Continuiamo a credere che l’Unità, e non solo per la sua storia, sia ancora e deve continuare a essere una voce importante, uno strumento insostituibile per la sinistra e per il partito di riferimento, il Pd».
La società editrice Piesse-Unità respinge, però, le accuse: «Quanto riportato dal comunicato del Cdr non corrisponde a verità. In questi giorni, come negli ultimi tempi, l’amministratore delegato e tutta la società editrice del giornale è impegnata nel tentativo di salvare l’Unità e i posti di lavoro dei giornalisti».
Il presidente del Cda de l’Unità, Chicco Testa, però, interviene non lasciando spazio ad interpretazioni di sorta: “Le affermazioni dell’ad de l’Unità Stefanelli nei confronti dei giornalisti dell’Unità sono assolutamente inaccettabili. Le difficoltà che vive il giornale non giustificano in alcun modo il venire meno del rispetto reciproco e verso il lavoro di tutti”.
A giudizio di Chicco Testa, “la proprietà del giornale ha il dovere di gestire la situazione con senso di responsabilità e può contare sulla collaborazione di tutti i dipendenti del giornale. Mi auguro che immediatamente venga ripristinato un clima di leale e produttiva cooperazione”.
Un clima avvelenato che segue l’incontro al Largo del Nazareno tra Matteo Renzi e il direttore dell’Unità, Sergio Staino. “Ci sono state rassicurazioni generiche, senza però entrare nel merito delle questioni delle cose che – riferisce un componente del Cdr – si possono fare concretamente per evitare la messa in liquidazione. Il primo febbraio si avvicina. Le parole e le rassicurazioni verbali lasciano il tempo che trovano. Non è più tempo di parole”.
Il 1° febbraio scatterà, infatti, la messa in liquidazione del giornale, “l’unico punto all’ordine del giorno dell’assemblea dei soci”, se non dovesse arrivare una ricapitalizzazione da parte dei soci. “Al momento – aggiunge – l’unica novità è rappresentata da questo incontro, ma per quanto riguarda le garanzie che il primo febbraio si possa chiudere positivamente, non ci sono state”.
Il Comitato di redazione chiede, inoltre, al segretario del Pd di «affrontare una “ambiguità” che ha portato solo problemi al giornale. L’Unità, la sua redazione e il suo direttore non c’entrano nulla con il sito Unita.tv e la gente questa differenza non la coglie. Unita.tv non è il prodotto del giornale l’Unità. Abbiamo posto questa questione sia al Pd sia al socio di maggioranza Pessina. Appare strano che chi acquisisce un giornale, non attivi il sito. Abbiamo una ingiunzione su questo, ma nei prossimi giorni decideremo altre forme di azione di carattere legale. È una questione che va risolta nelle sede opportune. Anche perché il valore dei tre milioni con cui è stata acquisita l’Unità, includeva anche i contatti del sito. Non gestendo questa attività, hai deprezzato il valore del ramo d’azienda e questo per noi è un problema grosso, prima come giornalisti di questo giornale e, poi eventualmente, come creditori privilegiati». (giornalistitalia.it)
Fnsi al fianco dei giornalisti de l’Unità
A schierarsi al fianco dei giornalisti de l’Unità è la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. «Quanto sta accadendo a l’Unità travalica ormai i confini di una pur aspra dialettica sindacale: ormai è una questione di ordine pubblico. La denuncia del Comitato di redazione del quotidiano, pubblicata oggi in prima pagina, non può cadere nel nulla né lasciare indifferente la proprietà della testata», commentano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Il comportamento di chi controlla la società editrice – proseguono – sarebbe intollerabile e inaccettabile in qualsiasi realtà lavorativa, ma lo è ancora di più nel giornale fondato da Antonio Gramsci per tutelare i diritti dei lavoratori che qualcuno invece pensa di poter calpestare impunemente».
La Fnsi ribadisce, dunque, di essere pronta a rivendicarne i diritti in ogni sede e lancia un appello a mobilitarsi in fretta in difesa dei colleghi: «L’auspicio che chi ha il potere di intervenire, a cominciare dal Partito Democratico, lo faccia ad horas».
Bonifazi (Pd): “Le parole di Stefanelli sono incivili”
RIMINI – “Le parole dell’attuale amministratore delegato dell’Unità, Stefanelli, sono inaccettabili e incivili. Stiamo parlando, oltre che della vita di un giornale che è parte significativa della storia del nostro Paese, di posti di lavoro e soprattutto di persone”. Lo dichiara Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd. “Chi assume ruoli di amministrazione e di gestione così delicati deve essere adeguato e all’altezza della responsabilità che ha assunto. Il Pd vuole salvare l’Unità e i suoi lavoratori. Per questo abbiamo chiesto l’aumento di capitale cui abbiamo aderito con la nostra quota. Ora spetta al socio di maggioranza con l’80% assumersi i propri obblighi, evitando di far chiudere il giornale e di offendere i lavoratori”. (agi)
Speranza (Pd): “Il partito faccia sua parte per non perdere l’Unità”
ROMA – “Non dobbiamo perdere un simbolo della storia della sinistra ma interrogarci su come l’Unità possa reggere in un mercato sempre più complicato e difficile”. Lo ha detto al forum Agi “Viva l’Italia” il deputato del Partito democratico Roberto Speranza. “Mi auguro che il Pd faccia la sua parte fino in fondo”, ha aggiunto. “Si deve capire se si può ricostruire un giornale che parli con l’universo vasto della sinistra italiana, perché se pensiamo di fare il giornale di Tizio o di Caio non ne usciamo. Ma – ha avvertito infine – se si può fare un giornale coraggioso bisogna fare investimento un vero e strategico”.