NEW YORK (Usa) – Mandare le truppe per riportare l’ordine nelle nostre strade piombate nell’anarchia». Il New York Times è finito nella bufera per aver pubblicato sulla pagina degli editoriali un contributo del senatore repubblicano dell’Arkansas, Tom Cotton, in cui si chiedono incursioni militari contro i manifestanti che da giorni sono scesi in piazza per protestare contro l’uccisione dell’afroamericano George Floyd a Minneapolis.
L’op-ed, prontamente rilanciato da Donald Trump su Twitter, ha scatenato l’ira dei giornalisti del quotidiano che hanno scritto una lettera alla direzione chiedendo chiarimenti e un follow-up.
«È stato surreale svegliarsi la mattina del 4 giugno, l’anniversario di Piazza Tienanmen, e trovare questo articolo», ha commentato la corrispondente dalla Cina, Amy Qin, additando una coincidenza temporale notata anche dalla deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez.
Cotton è un falco che aspira al posto di capo del Pentagono se Trump dovesse licenziare Mike Esper per la presa di distanze dall’uso dei militari contro la protesta. Il senatore invoca l’uso dell’Insurrection Act del 1807 affermando che «un uso soverchiante della forza» è necessario «per riportare l’ordine nelle strade disperdendo, arrestando e dissuadendo chi rompe la legge».
Non è inconsueto che op-ed di destra pubblicati dal Times – anche oggi attaccato da Trump come “Fake Newspaper” per aver «ceduto alle proteste della sinistra» cambiando in seconda edizione il titolo di apertura sulle proteste – provochino levate di scudi. Stavolta gli strali di lettori, giornalisti ed ex giornalisti della “Old Gray Lady” hanno messo il direttore della pagina degli editoriali James Bennet sulla difensiva: «Abbiamo pubblicato rispondendo all’obbligo di presentare tutte le posizioni anche se, come in questo caso, dolorose e perfino pericolose».
Nei quotidiani Usa la pagina degli editoriali è una repubblica a parte: come il direttore del Times Dean Baquet, di cui è considerato un potenziale successore, Bennet risponde direttamente all’editore A.G. Sulzberger.
La spiegazione non è bastata però a placare la rivolta. Le regole interne del Times sui social media chiedono ai giornalisti di restare imparziali su quanto stampato sul giornale, ma in massa i reporter si sono rivolti a Twitter postando la stessa frase: «Pubblicare Cotton mette i neri del NYT in pericolo».
Per Nikole Hannah-Jones, che quest’anno ha vinto il Pulitzer per il progetto 1619 sulla legacy della schiavitù in America, «restare in silenzio sarebbe stato immorale. Finirò nei guai per dirlo, ma mi vergogno del mio giornale». (ansa)