SARAJEVO (Bosnia) – Oltre 50 giornalisti ed altri operatori dell’informazione sono scesi in strada, oggi a Sarajevo, per dire “basta alle violenze contro chi fa informazione” e difendere “una professione che non è mai stata minacciata in maniera tanto grave”. Ogni giorno i giornalisti in Serbia sono esposti a pressioni ed attacchi e chiedono, pertanto, modifiche al codice penale “affinché l’attacco ad un giornalista sia considerato attacco ad un pubblico ufficiale”.
Alla base della protesta odierna vi è l’irruzione, sabato scorso, nella redazione del portale di Radiosarajevo.ba da parte di un gruppo di tifosi del Sarajevo Calcio che chiedeva la rimozione di una notizia ritenuta oltraggiosa, minacciando di morte i giornalisti della redazione e le loro famiglie. La polizia, intervenuta in redazione, ha arrestato due persone, secondo quanto riportano i media locali.
Questa mattina, inoltre, a Sarajevo, sono apparse scritte offensive quali “Giornalisti vermi” e “Giornalisti terroristi”.
Vale la pena ricordare che la Bosnia si trova al 63esimo posto nella classifica della libertà di stampa stilata da Reporter Senza Frontiere. Mentre il Sindacato bosniaco dei giornalisti denuncia, quest’anno, 6 casi di minacce fisiche ai danni di colleghi e 5 casi di minacce di morte. Nel 2018, sempre secondo il Sindacato bosniaco, sono stati 40 i casi di violenze e intimidazioni, tra cui 5 minacce di morte e 14 aggressioni. (giornalistitalia.it)
“Affinché l’attacco ad un giornalista sia considerato attacco ad un pubblico ufficiale”