CATANZARO – “Gli articoli pubblicati presentano i richiesti caratteri di verità, pertinenza e continenza. Invero, dalla documentazione prodotta dai convenuti emerge che i dati riportati negli articoli menzionati trovano riscontro nella realtà”. È quanto scrive il giudice del Tribunale Civile di Catanzaro, Francesca Rinaldi, che ha respinto la richiesta del Commissario ad Acta per il Piano di Rientro dei Disavanzi del Servizio Sanitario Regionale Calabrese, Massimo Scura, di risarcimento danni per 1 milione di euro nei confronti del giornalista Adriano Mollo, all’epoca redattore capo del Quotidiano del Sud, dell’attuale direttore Rocco Valenti e della Società Editrice Eps.
Il Tribunale ha condannato Massimo Scura a rifondere ai convenuti le spese di lite liquidate in complessivi € 11.242,00 per compensi professionali, oltre spese generali, Iva e Cpa come per legge, da distrarsi in favore del procuratore dichiaratosi antistatario. I giornalisti e l’editore sono stati difesi dallo studio associato Santelli-Faillace di Cosenza.
Nell’ordinanza depositata ieri, lunedì 19 dicembre, il giudice sottolinea che “le vicende riportate negli articoli per cui è causa hanno di grande interesse pubblico. Esse hanno condotto a diverse sentenze del Tar in cui la struttura commissariale e la Regione Calabria sono rimase soccombenti, alla presentazione di interrogazioni parlamentari, nonché a commenti della Cgil. Nei diversi decreti ministeriali – prodotti i giudizio – di distribuzione dei fondi alle strutture sanitarie trova, altresì, riscontro quanto asserito dal giornalista negli articoli in questione e non è stata fornita dall’attore alcuna prova né della falsità né dell’inattendibilità delle informazioni riportate dal convenuto”.
Quanto alla pertinenza, il Tribunale osserva che Adriano Mollo “con gli articoli in questione, ha sollevato una problematica di pubblico interesse, non potendosi dubitare dell’interesse pubblico alla conoscenza di ogni avvenimento inerente la distribuzione dei fondi pubblici, esprimendo la propria personale opinione in merito. Sotto il profilo della continenza dell’esposizione e della forma narrativa utilizzata dal giornalista, infine, emerge con evidenza che il linguaggio utilizzato dal Mollo, seppur diretto ad esprimere dissenso rispetto all’operato dello Scura, in qualità di Commissario ad acta nominato, assieme ad Andrea Urbani, per l’attuazione del Piano di Rientro dei Disavanzi del Servizio Sanitario Regionale Calabrese ed a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul punto, non contiene epiteti ingiuriosi verso il ricorrente. Nel caso in esame non pare, infatti, disattesa la correttezza dell’esposizione narrativa scelta dall’autore che, per quanto sconfinante nell’iiperbole espressiva, non è trasmodata in formule intrinsecamente ingiuriose o, comunque, in gratuite aggressioni personali ai danni dell’attore. I fatti riferiti, infine, non sono accompagnati da sollecitazioni emotive, sottintesi, insinuazioni ed allusioni idonei a creare nella mente del lettore false rappresentazioni della realtà”. (giornalistitalia.it)