Il ministro della Cultura al X Congresso ricorda Gino Giugni e lo Statuto dei lavoratori

Sangiuliano con Cisal per l’“Umanesimo del lavoro”

L’intervento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano al X Congresso della Cisal

ROMA – «Da un punto di vista culturale e filosofico, ho sempre pensato che il lavoro sia un dato essenziale di ciascuno di noi, anzi ritengo sia la più alta proiezione dell’essere umano: ciascuno di noi realizza se stesso ed esalta la propria personalità attraverso il lavoro». Lo ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo al X Congresso Confederale della Cisal in corso al Marriott Park Hotel di Roma.

Gennaro Sangiuliano e Francesco Cavallaro

«Si lavora per il salario, certo, ma non solo per questo. Si lavora – ha rimarcato il ministro della Cultura – per proiettare la propria personalità: è quel che si chiama “Umanesimo del lavoro”, una visione da cui chi fa sindacato o chi opera all’interno delle istituzioni non può prescindere. Bisogna, piuttosto, lavorare e impegnarsi per affermarla. Perché chiunque lavora, sia che faccia un lavoro intellettuale o manuale, sa che dietro c’è una missione. Questo è l’Umanesimo».
Rifacendosi, quindi, alla sua «passione per la Magna Grecia», Sangiuliano affonda: «Nell’antichità al centro c’era il cives, il cittadino concepito nella sua interezza. Oggi, invece, troppo spesso il lavoro è degradato a un codice a barre, a un numero impersonale. Ma davanti a noi ci sono persone, non dobbiamo mai dimenticarlo».
Non a caso «il giorno di ferragosto andrò personalmente a stringere la mano ai lavoratori che, anche quel giorno, come negli altri festivi, con il loro lavoro garantiscono l’apertura dei musei, dei siti archeologici», chiosa il ministro della Cultura, che cita Gino Giugni e lo Statuto dei lavoratori. (g.n.)

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