SAN MARINO (Repubblica di San Marino) – Partiamo dalla vicenda che ha portato il Consiglio Giudiziario Plenario a sfiduciare il magistrato dirigente del Tribunale, Valeria Pierfelici, revocandole l’incarico ricoperto. Tutto questo a causa dei comportamenti indicati nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio Giudiziario nella seduta plenaria dell’8 febbraio 2018: “… ha omesso ogni iniziativa volta ad adottare provvedimenti necessari a ripristinare un’organizzazione del lavoro e relazioni tra i magistrati improntate a serenità, imparzialità e correttezza;
– che, per le ragioni sopra esposte, la dott.ssa Pierfelici, nell’esercizio delle funzioni istituzionali di Magistrato Dirigente, nei rapporti con i magistrati e con gli altri organi dello Stato, ha tenuto comportamenti non improntati ad equilibrio e che hanno gettato discredito e sfiducia nei confronti della Magistratura;
– che tale situazione si è progressivamente aggravata determinando uno stato di disfunzionalità, elevata conflittualità ed ha compromesso la serenità nell’ambito del Tribunale, nel lavoro dei giudici e nei rapporti fra gli stessi;
– che la dott.ssa Valeria Pierfelici non appare pertanto più in grado di garantire la funzionalità e l’efficienza degli uffici giudiziari e il sereno svolgimento del lavoro giurisdizionale”.
Appare pacifico che vi sia in atto uno scontro tra la magistratura ed il potere politico, come confermato anche dalla presa di posizione del Consiglio direttivo dell’Ordine degli avvocati e notai sammarinesi, che esprime profonda preoccupazione sia per la sfiducia nell’amministrazione della giustizia, sia perché l’autorevolezza e l’indipendenza della magistratura risulterebbero sempre più ridotte.
A colpire molto in questa vicenda sono, salvo poche eccezioni, sia lo scarso peso mediatico che stampa e televisione hanno dato alla vicenda, quanto il livello e la gravità istituzionale dello scontro, che, come ricordato dall’Ordine degli avvocati, testimonia un “drammatico momento, che a memoria d’uomo non è dato ricordare”.
Che la Repubblica di San Marino si stia progressivamente “normalizzando” è evidente anche dallo scarso riscontro sui media delle numerose vicende giudiziarie, un vero e proprio mare del malaffare, mentre molto spesso largo spazio viene utilizzato per vicende di second’ordine, o polemiche al limite della sterilità.
Mai come in questo momento in Repubblica sarebbe auspicabile un mondo dei media (la carta stampata e la tv pubblica in particolare) molto più pluralista e indipendente e interessato ai fatti concreti, mentre la quotidiana verifica degli eventi “notiziabili” raccontati, riguardanti il sistema economico politico, conferma che essi rappresentano sempre meno i watchdogs della sfera pubblica sammarinese. (giornalistitalia.it)
Pietro Masiello