ROMA – «Il problema del lavoro va letto non solo da un punto di vista occupazionale, ma anche salariale». Lo afferma il segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro, ricordando che «solo nell’ultimo anno gli stipendi sono calati del 7,5%, messi in ginocchio dall’inflazione ma anche dal cronico ritardo dai rinnovi contrattuali».
«In Francia – sottolinea Cavallaro – i contratti si rinnovano ogni anno, in Germania ogni due anni. In Italia le regole prevedono un rinnovo ogni tre anni, ma pochi sono i contratti che vengono rinnovati alla scadenza, ed alcuni sono bloccati da 10 anni».
«Anche lo Stato è inadempiente», rileva ancora il segretario generale della Cisal evidenziando che «i contratti del pubblico impiego sono, infatti, tutti scaduti. È necessario introdurre clausole di salvaguardia che consentano di rivalutare in modo sostanziale i salari anche nel caso in cui un contratto scaduto non venga rinnovato, rafforzando le indennità di vacanza contrattuale e in modo da stimolare i rinnovi». (giornalistitalia.it)