L’ex generale Luciano Garofano esperto della difesa di un condannato all’ergastolo

Rostagno, ex Ris contesta la prova del Dna

Mauro Rostagno

Mauro Rostagno

PALERMO – Contesta il metodo seguito dai periti nominati dai giudici, il consulente della difesa di uno degli imputati dell’omicidio del giornalista Mauro Rostagno. E l’esperto nominato da Vito Mazzara è il generale Luciano Garofano, oggi in pensione, ex capo del Ris dei carabinieri.
La prova contro Mazzara e contro l’altro imputato, Vincenzo Virga (condannati all’ergastolo a Trapani e a giudizio in Corte d’assise d’appello a Palermo) si fonda sull’identificazione del Dna enucleato dai resti del fucile usato dai sicari nel corso dell’agguato contro Rostagno, ucciso a Trapani, nei pressi della comunità Saman, il 26 settembre 1988.
Secondo Garofano il Dna usato per la comparazione era in quantità minima e comunque può essere ritenuto “misto”, riconducibile cioè al profilo genetico di più individui. Garofano ha deposto per circa due ore davanti al collegio presieduto da Matteo Frasca, recentemente nominato primo presidente della Corte d’appello di Palermo, ma rimasto a dirigere il dibattimento contro Mazzara e Virga.
Rostagno, dopo la militanza in Lotta Continua, aveva fondato la comunità per il recupero dei tossicodipendenti in contrada Lenzi: secondo l’accusa, rappresentata dai sostituti procuratori generali Domenico Gozzo e Umberto De Giglio, fu ucciso per l’attività giornalistica che aveva avviato per l’emittente privata trapanese Rtc. La difesa degli imputati, partendo dalle tesi dell’ex comandante dei Ris di Parma, ha chiesto che i giudici procedano a una nuova perizia. (agi)

 

 

 

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