La Fnsi fa propria la denuncia de la Repubblica. La replica: “Fake news”

Roma, pronto il bavaglio della Giunta Raggi

Virginia Raggi

Virginia Raggi

ROMA – “Verità, trasparenza e pubblicità degli atti sono i pilastri della buona amministrazione. Il Movimento 5 Stelle si fa paladino di questi principi, ma soltanto quando ad amministrare sono gli altri. Per i propri amministratori deve, invece, valere la regola opposta: quella dell’opacità e dell’insabbiamento degli atti”. Lo affermano il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il presidente Giuseppe Giulietti.
La bozza di regolamento che il sindaco di Roma, Virginia Raggi, e la giunta capitolina si apprestano a varare ne è un esempio lampante, oltre che pericoloso. In un sol colpo, infatti, il sindaco pensa, “sbagliando, di poter impedire ai giornalisti di accedere agli atti, e quindi di informare i cittadini sull’attività del Comune di Roma, ignorando principi i costituzionali, trattati internazionali e leggi dello Stato. L’auspicio è che quelle norme bavaglio restino quello che sono, il sogno di mezza estate del sindaco e della sua giunta.
In caso contrario, la Fnsi “non esiterà ad agire in tutte le sedi considerata la palese violazione del diritto dei giornalisti ad informare e dei cittadini ad essere informati”. (giornalistitalia.it)

La denuncia del quotidiano la Repubblica

la RepubblicaROMA – “La giunta Raggi avrebbe intenzione di limitare l’accesso agli atti del Comune da parte dei media per evitare danni d’immagine”. ha scritto ieri il quotidiano la Repubblica citando una modifica al regolamento sulla trasparenza amministrativa che dovrà essere approvato nei prossimi giorni dall’assemblea capitolina. Introdurrebbe, scrive sempre Repubblica, due nuovi articoli: il 39 e il 40 che “limitano la possibilità di accedere agli atti comunali da parte di giornalisti, consiglieri, assessori e presidenti dei quindici municipi di Roma”.

“I dirigenti dovranno valutare il rilievo pubblico degli atti”

roma-capitaleIn particolare scrive la Repubblica citando il testo, “L’articolo 39 riguarda i rapporti con i media e si social network e stabilisce che i dirigenti chiamati all’attuazione delle diverse forme di accesso agli atti tengono in considerazione il rilievo pubblico, il potenziale uso strumentale e il danno all’immagine che le risposte dell’amministrazione possono generare attraverso la loro pubblicazione sui social network, sui blog, o sulle piattaforme web realizzate per la promozione e la difesa del diritto dell’informazione”.
In pratica sembrerebbe che i dirigenti saranno tenuti a valutare di volta in volta quali informazioni e quali atti abbiano davvero rilievo pubblico, ed evitare il loro uso strumentale in rete.
La Repubblica parla che la scelta è volontà del sindaco “di un movimento paladino della trasparenza amministrativa” che intende così “decidere cosa i giornali potranno pubblicare o no riguardo al Campidoglio e definiscono a priori a suo insindacabile giudizio […] cosa potrebbe essere usato strumentalmente dalle testate giornalistiche. L’articolo 40 invece che modifica il regolamento del 2003 riguarderebbe la limitazione, per motivi analoghi, dell’accesso agli atti da parte degli amministratori municipali.

Marzano: “Da Repubblica capovolgimento della realtà”

Flavia Marzano

Flavia Marzano

Rispondendo ad Agi, l’assessore a Roma Semplice Flavia Marzano conferma la versione pubblicata in un post su Facebook dove scrive: “Desta stupore l’articolo apparso oggi su Repubblica a firma di Laura Mari che, capovolgendo la realtà dei fatti, attribuisce a questa amministrazione la volontà di limitare il diritto alla conoscenza da parte degli organi di informazione e dei consiglieri capitolini e municipali attraverso il nuovo regolamento sugli accessi alla documentazione amministrativa in corso di approvazione”.
Secondo Marzano, invece, la proposta introdurrebbe per la prima volta nella storia di Roma Capitale “il diritto degli amministratori capitolini e municipali ad avere accesso diretto al sistema informatico di gestione documentale del Comune in modo che possano acquisire senza l’intermediazione degli uffici ogni documento ritenuto utile per l’espletamento del mandato elettorale. Una rivoluzione che non conosce precedenti”.

“Altro che bavaglio, da Repubblica una fake news”

Marianna Madia

Marianna Madia

E Marzano bolla come “fake news” il fatto che la Repubblica parli di “bavaglio” all’informazione: “l’articolo di Repubblica cita in modo parziale e strumentale una disposizione inserita all’interno della proposta del nuovo regolamento e che riguarda rapporto tra diritto di accesso generalizzato (c.d. Foia) e organi di stampa e/o social media. È una disposizione che rappresenta la trasposizione pressoché integrale di quanto riportato nella recente circolare della Funzione Pubblica a firma del ministro Marianna Madia e la cui finalità è esattamente opposta a quella riferita: responsabilizzare il personale capitolino rispetto alle richieste di accesso che provengano da organi di stampa”.
“È singolare, infatti, che l’articolo di Repubblica ometta proprio la parte più significativa”, continua Marzano, “che consente di comprendere la finalità della norma”. E cita per intero la parte che Repubblica avrebbe omesso, ovvero: “l’Amministrazione tiene conto della particolare rilevanza delle istanze provenienti da organi di stampa o da organizzazioni non governative, verificando con la massima cura la veridicità e l’attualità dei dati e dei documenti rilasciati, onde evitare che il dibattito pubblico si fondi su informazioni non affidabili o non aggiornate”. (agi)

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