ROMA – Se pensi a lei pensi al sorriso, alla calma e alla semplicità con cui è capace di portare al pubblico di Raiuno personaggi e temi anche complessi, di dare spessore e giusto peso al mondo della cultura e dello spettacolo nella sua ricchezza. Per questo, giornalista del Tg3, ora la rete ammiraglia l’ha voluta tutta per sé distaccata per la prossima stagione non lavorerà più al tg, e sarà piena sicuramente di progetti e di sorprese che la vedranno protagonista.
Parliamo di Roberta Ammendola, la conduttrice de Il Caffè di Raiuno che con Pino Strabioli torna al timone del programma culturale del mattino del sabato dal 13 settembre.
«Ricominciamo con la scuola come sempre», dice Roberta, che parla dalla Sardegna dove si è concessa una breve vacanza e promette anche «in questa nuova stagione la formula consolidata che è piaciuta al pubblico che ci ha sempre premiato con gli ascolti». Ma non finisce qui. «Del Caffè si sta studiando una formula pomeridiana, sempre settimanale, sempre con me e Strabioli, ancora da definire però». Nel frattempo è, invece, sicuro che la vedremo a Uno Mattina anche nel prossimo inverno, dopo lo spazio estivo.
«È vero, ci sarò per parlare di “long form” o meglio dei tanti appuntamenti culturali che sono diventati tali anche a causa del covid. Lo abbiamo fatto con la Biennale Architettura, la Milanesiana, Taormina ed il risultato è stato veramente sorprendente per tutti.
L’idea è stata del capostruttura Stefano Rizzelli, un vero vulcano, che ha pensato data la fortuna che ha avuto, di riproporla anche in autunno. La formula rimane quella della scheda critica di 5 o 6 minuti e questa volta mi occuperò ad esempio del Salone del libro di Torino, del Salone del mobile, della fashion week di Milano. Ma lo farò raccontando il dietro le quinte, affrontandone il valore sociale o anche le giornate di chi ci lavora, insomma aiutando il grande pubblico a capire come funzionano e cosa vogliono comunicare questi grandi eventi. O magari come potrebbero riuscire a farne parte anche loro un giorno. Insomma uno spazio divulgativo raccontato con lo sguardo dello spettatore».
Di capacità divulgativa la brava Ammendola, che è nata a Salerno 44 anni fa, ma vive a Roma, del resto non ne ha certo poca, così come la passione per quello che fa. «Nel mio lavoro io sono interessata ai contenuti ed è sui contenuti che voglio concentrarmi più che sulla popolarità della mia immagine, che non mi interessa».
Dare per esempio spazio ai temi della cultura e dello spettacolo che in tv non godono di una grande fortuna: «non sono una tuttologa, voglio parlare delle cose che conosco e dove posso dare un contributo che abbia un senso», chiosa Ammendola con il suo forte temperamento.
«Abbiamo passato un periodo molto difficile – aggiunge – che, però, dovrebbe averci fatto aprire gli occhi, perché nel chiuso delle nostre case durante la pandemia a darci la gioia sono stati solo i film, la musica, i libri e poco altro».
Ora Roberta è preoccupata per la ripresa, «si è vero, soprattutto per i teatri. Bene certo il green pass è giusto per un lato, ma a teatro o al cinema bisognerà andare distanziati, con la mascherina, cosa poco divertente per un appuntamento ludico. Vedo molto difficile la ripartenza anche perché tra difficoltà economiche e limitazioni – ad esempio le prove sono quasi impossibili – si rischia di poter fare solo spettacoli di ripiego e questo non fa bene al futuro del settore. I sostegni andrebbero dati a chi serve, a chi ad esempio deve adeguare il teatro, mentre trovo che, se pure i fondi ci sono, forse non vengono dati alle persone giuste».
Però dal suo spazio Roberta Ammendola continuerà a fare la sua battaglia su questo non c’è dubbio e presto la vedremo anche all’opera in un importante progetto sociale. Ma questa è un’altra storia, anzi no è sempre la sua. (ansa)
Elisabetta Stefanelli