REGGIO CALABRIA – Una morte così assurda deve essere chiarita in tutti i suoi aspetti. Pertanto, sarà effettuata l’autopsia per chiarire le cause dell’improvvisa scomparsa del giornalista Pino Anfuso, 53 anni. La moglie Marisa Barbaro, infatti, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria chiedendo di accertare le cause del decesso.
Il telecineoperatore della Testata Giornalistica Rai della Calabria, morto stanotte a Reggio Calabria, da venerdì scorso era ricoverato nel reparto di terapia intensiva degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria a causa di un’embolia.
A Genova, nei primi giorni di maggio, per partecipare ad un matrimonio, per una caduta aveva riportato la frattura della tibia. Ricomposta la frattura, i medici dell’ospedale ligure gli avevano applicato un tutore e somministrato della seleparina, anticoagulante prescritto in questi casi per scongiurare il rischio embolia.
Tre settimane dopo, rientrato a Reggio Calabria per riprendere servizio nella sede reggina della Rai, Pino Anfuso ha accusato un malore per il quale è stato immediatamente richiesto l’intervento dell’ambulanza del 118. Giunto agli Ospedali Riuniti, è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva nel quale, fino al momento del decesso, è stato vigile.
I funerali, che inizialmente erano stati fissati per domani, venerdì 29 maggio, alle ore 16, nella Chiesa di Santo Stefano da Nicea, nel rione Archi di Reggio Calabria, sono stati pertanto rinviati a data da destinarsi. (giornalistitalia.it)
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