PESCARA – La Procura di Pescara ha acquisito due servizi giornalistici, andati in onda il 20 novembre scorso sul Tgr Abruzzo, riguardanti alcune rivelazioni circa il presunto depistaggio dell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara).
Nei servizi del Tgr Abruzzo, che ora confluiranno nel procedimento recentemente riunito, sono state riportate alcune affermazioni compiute da Vincenzo Palano, ex comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, a quasi tre anni dalla tragedia.
Palano, che non si è lasciato intervistare ma ha autorizzato il giornalista a riferire la propria versione, sostiene che durante una riunione convocata dall’ex prefetto Francesco Provolo (indagato sia per depistaggio che nel filone principale del procedimento), tenutasi sei giorni dopo la tragedia, in un magazzino del palazzetto dello sport di Penne (Pescara), Provolo insistette molto sulle notizie di una telefonata arrivata dall’hotel Rigopiano al Coc di Penne prima della valanga.
In quell’occasione – sempre sulla base del racconto di Palano – l’ingegnere dei Vigili del Fuoco, Luca Verna, all’epoca coordinatore del posto avanzato presso il Coc di Penne, avrebbe invece sostenuto di non ricordare quella chiamata.
La telefonata in questione fu effettuata dal cameriere del resort e vittima della tragedia Gabriele D’Angelo, che nella mattinata del 18 gennaio 2017, poche ore prima della valanga, tentò più volte, inutilmente, di chiedere l’invio dei soccorsi.
Tra le telefonate che D’Angelo effettuò anche quella delle 11.38, ricevuta dalla Prefettura di Pescara e finita al centro dell’inchiesta per depistaggio. (ansa)
Le rivelazioni sul presunto depistaggio al centro dell’inchiesta e la richiesta di soccorsi