TRIESTE – Fare sindacato nel 2015 sarà ancor più difficile che in passato. Siamo circondati da editori che scaricano sui giornalisti – e in ultimo sui lettori – il costo di una crisi epocale che non hanno saputo e non sanno affrontare, incapaci evidentemente di pensare a prodotti giornalistici ed editoriali attrattivi, innovativi, di qualità, in grado di stare sul mercato attuale.
Nel Friuli Venezia Giulia i problemi, in certi casi le emergenze, sono tanti. Dai troppi giornalisti precari o comunque non contrattualizzati al Quotidiano del Fvg chiuso a fine 2014, dal Piccolo al Messaggero Veneto, dal Gazzettino al Primorski Dnevnik, dalla Rai regionale all’emittenza privata, dagli uffici stampa della pubblica amministrazione fino alle testate più piccole: non c’è azienda, non c’è settore dal quale non arrivino richieste di assistenza e di aiuto da parte dei colleghi, iscritti o non iscritti al sindacato.
In questo quadro, andiamo a congresso. Si svolgerà, infatti, dal 27 al 30 gennaio, a Chianciano (Siena), il 27° Congresso della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani. L’Assostampa del Friuli Venezia Giulia, articolazione territoriale della Fnsi, parteciperà all’assise con undici delegati (otto professionali e tre collaboratori) e sei componenti di diritto, che hanno scelto di non candidare per permettere anche ad altri colleghi di intervenire al congresso.
Sarà un congresso particolare, difficile, probabilmente “di svolta” dopo il ventennio rappresentato dalle doppie segreterie di Franco Siddi, il segretario generale uscente, e del suo predecessore Paolo Serventi Longhi. Ma non è solo un problema di nomi, di uomini. In questi vent’anni il mondo dell’informazione è cambiato radicalmente, i sindacati – non solo quello dei giornalisti – vivono una fase difficile, segnata dalla profonda crisi della rappresentanza. L’intero settore nel quale lavoriamo vive una crisi epocale, senza precedenti. Un tempo eravamo il “sindacato dei garantiti”, di persone che avevano un buon lavoro, ben pagato. I disoccupati quasi non esistevano, o venivano rapidamente riassorbiti. I giovani che si avvicinavano a questa professione, dopo qualche tempo di gavetta, inevitabile in ogni settore, venivano regolarizzati e contrattualizzati. Oggi quel mondo non esiste più.
La maggioranza dei nostri iscritti è formata da colleghi non contrattualizzati, per tantissimi la gavetta è diventata infinita, e in fondo al tunnel l’assunzione è diventata un miraggio. Gli editori, che ai tempi delle vacche grasse hanno guadagnato molto e si sono ben guardati dall’investire sull’innovazione, sulla qualità del prodotto e sul capitale umano, oggi sono falcidiati dalla crisi e sembrano conoscere solo la politica dei tagli per tentare di sopravvivere. E anche chi un lavoro ha la fortuna di averlo si trova a dover combattere contro carichi di lavoro sempre più pesanti, in redazioni che erano strutturate per produrre solo le edizioni cartacee dei giornali e oggi si trovano a dover far fronte necessariamente anche a quelle sul web, che non chiudono mai, che per essere efficaci richiederebbero una copertura “h24”.
Gli organici andrebbero, dunque, potenziati, invece ovunque, anche nel Friuli Venezia Giulia, assistiamo alla loro riduzione. E una generazione di giornalisti rimane fuori dalla porta, a vivacchiare con compensi da fame.
In questo panorama gli stati di crisi, le ristrutturazioni, i contratti di solidarietà non si contano e anche il nostro Nordest purtroppo non fa eccezione. Il sindacato li ha gestiti, li sta gestendo come può, partendo sempre e comunque da una posizione di debolezza, che rischia di essere peggiorata dalle recenti novità nel campo della normativa sul lavoro. Ciononostante, questo sindacato pochi mesi fa ha rinnovato il contratto nazionale di lavoro. Quasi un miracolo, nell’Italia del 2014, con una controparte datoriale che questo contratto all’inizio proprio non lo voleva rinnovare (e il problema, vedrete, si riproporrà ancor più pesantemente fra un anno e mezzo, quando questo accordo andrà a scadenza).
Il contratto firmato ha ricevuto molte critiche da molti colleghi, ma noi siamo convinti che, nella situazione data, con questi protagonisti, di più e di meglio non si poteva fare. Quel che molti sottovalutano è che è stato rinnovato quasi nella sua interezza un impianto normativo (ed economico), costruito di rinnovo in rinnovo, che rappresenta uno dei migliori contratti a livello europeo per la categoria dei giornalisti. Chiedere ai colleghi stranieri per conferma.
Questa è la situazione nella quale si va a congresso. A Chianciano verrà scelto il nuovo gruppo dirigente. Il lavoro da fare è enorme e impegnativo. All’ordine del giorno della Fnsi c’è quasi una rifondazione. Il sistema delle componenti (le correnti nelle quali si divide il sindacato unitario) si è dimostrato inadeguato ai tempi che viviamo. Forse ieri le componenti erano strumenti di dibattito e di elaborazione culturale, politica e sindacale, necessaria anche per mettere in campo la propria strategia, la propria azione di difesa e tutela dei colleghi. Oggi si sono ridotti a piccoli comitati elettorali, buoni solo per spartire cariche e poltrone. Bisogna, invece, ripartire dai territori, dalle Assostampa regionali, dal loro – dal nostro – lavoro, dalle “buone pratiche” che molte Associazioni hanno avviato in questi anni.
L’Assostampa del Friuli Venezia Giulia partecipa al congresso per fare onestamente la sua parte, forte del lavoro svolto in questi ultimi anni ma consapevole della necessità di rafforzare l’azione del sindacato e correggerne gli errori. Per difendere il lavoro e i diritti dei colleghi, ma anche la qualità e il ruolo dell’informazione, abbiamo sempre bisogno di una Fnsi – e di un’Assostampa Fvg – più forte. Tanti auguri di buon anno. E iscrivetevi al nostro sindacato unitario: ne avete, ne abbiamo bisogno.
Carlo Muscatello
Presidente Assostampa Friuli Venezia Giulia