ROMA – Nel valzer di telecronisti e commentatori legato al riassetto dei diritti tv, il passaggio di Riccardo Trevisani da Sky a Mediaset è tra quelli che hanno fatto più notizia. Il giornalista romano, 41 anni, spiega all’Ansa il perché di questa scelta dopo 17 anni alla tv satellitare.
«È una scelta legata alla volontà di fare una esperienza diversa, penso di avere l’età giusta per tentare un’avventura nuova. Mediaset è stata brava nel modo in cui ha avanzato la proposta, che si è concretizzata in pochi giorni».
Il passaggio alla tv in chiaro le garantirà un pubblico più ampio e maggiore popolarità…
«L’ultima cosa a cui penso è la popolarità, sono abbastanza schivo. Se vedo qualcuno che vuole fare una foto con me, prendo un’altra strada. Ho sempre sognato di lavorare in una grande emittente, ma ho cominciato a 13 anni a fare radiocronache nella mia stanza, pensando appunto alla radio, non alla tv».
Come giudica l’ulteriore spacchettamento dell’offerta televisiva?
«È una questione solo di abitudine, purtroppo siamo un paese con problemi strutturali, che non è giovane e veloce nel cambiamento. Non ci sono però situazioni complesse, forse la difficoltà può essere solo nello scegliere Amazon piuttosto che la diretta in chiaro di Mediaset o sul satellite di Sky, ma – ripeto – è solo un problema di abitudine».
La moltiplicazione degli operatori tv non rischia di minare la sostenibilità economica delle aziende?
«Il sistema calcio se gestito bene può sostenere tutto, dovunque ci sono più player. Bisogna andare
tutti nella stessa direzione, invece spesso c’è divergenza anche in Lega». (ansa)
Michele Cassano