ROMA – In riferimento all’intervento del giornalista Michele Santoro dal titolo “Ordine dei giornalisti e democrazia violata”, da noi pubblicato il 2 novembre scorso nella rubrica “Opinioni&Polemiche”, registriamo un intervento del giornalista Riccardo Arena, ex presidente del’Ordine dei giornalisti di Sicilia, che replica al collega allegando quattro lettere relative alla corrispondenza intercorsa tra i due e l’ex presidente nazionale Nicola Marini sulle elezioni dell’Ordine dei Giornalisti dell’ottobre scorso.
Entrando nel merito dell’articolo, Arena afferma che “con una lettera del 21 agosto scorso, indirizzata a me, in qualità di presidente pro tempore dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, all’Ordine nazionale e al ministero della Giustizia, Santoro aveva chiesto la sospensione delle elezioni dei rappresentanti dell’Ordine, programmate per le domeniche 24 settembre, 1 e 8 ottobre, facendo una serie di valutazioni sulle quali avrei omesso ogni commento, se la stessa lettera non fosse stata ripresa dall’agenzia Ansa. Ero stato così costretto, per evitare allarmi infondati e il rischio che i colleghi pensassero a una vera sospensione, a diffondere un comunicato stampa”.
“Solo per fare un esempio, – aggiunge Arena – Santoro, sulla base di sue rispettabili ma personali considerazioni, riteneva che le elezioni fossero nulle perché non erano previste candidature formali, chiedeva l’applicazione delle regole del codice civile, sollecitava l’istituzione di un numero di seggi, in Sicilia, superiore ai tre previsti dalla legge e l’adozione di uno statuto per l’Ordine, la cui vita – come è noto – è disciplinata da leggi e regolamenti”.
Arena rileva, però, che nell’articolo “Ordine dei giornalisti e democrazia violata” Santoro “utilizza le mie doverose precisazioni – che, ribadisco, rispondevano a osservazioni formulate su ben altro – per costruirci su le proprie tesi riguardo a un Ordine autoritario, da me rappresentato, che non tiene in alcun conto i diritti dei pubblicisti, maggioranza rispetto ai professionisti, sulla Valle d’Aosta ingiustamente esclusa dal Consiglio nazionale eccetera. Argomenti rispettabilissimi e in parte anche condivisibili, ma che non erano affatto oggetto della lettera alla quale io rispondevo”.
“Vengo presentato”, sostiene Arena, “come reazionario, che difende acriticamente e a spada tratta una legge che in realtà – come è ben noto, avendo attivamente partecipato al coordinamento dei presidenti regionali per la riforma – vorrei completamente cambiare”.
Nel precisare che Giornalisti Italia ha ospitato la lettera di Michele Santoro che, prendendo spunto da varie argomentazioni, ha espresso la sua libera opinione sulla riforma dell’Ordine dei giornalisti, manifestiamo il più ampio compiacimento per l’intervento di Riccardo Arena che, nel precisare la propria posizione rispetto al dibattito suscitato dal collega, che ha tratto spunto anche dalle sue dichiarazioni, consente ai nostri lettori di avere il quadro completo dei fatti e l’esatta posizione dei protagonisti della vicenda.
A Santoro e Arena, quindi, il più ampio ringraziamento di Giornalisti Italia per un dibattito che, al di là delle posizioni personali dei singoli, dimostra che l’interesse per gli istituti di categoria dei giornalisti è tutt’atto che sopito, anzi è sempre più vivo. È questo è un buon segno. (giornalistitalia.it)
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