ROMA – A un mese dalla chiusura riaprono il 14 aprile le librerie: i libri vengono così riconosciuti dal nuovo Dpcm beni necessari. La ripartenza sarà graduale e certo non si potrà tornare alla situazione del 12 marzo quando, per la pandemia, sono stati chiusi tutti gli esercizi, dalle catene alle indipendenti, sollevando dibattiti e appelli. Hanno preso posizione pro o contro il lockdown scrittori, intellettuali e tutta la filiera del libro ormai arrivata allo stremo con una previsione di 23.200 titoli in meno nel 2020, cioè circa il 30% dell’intera produzione italiana.
Per le librerie, a una prima stima, “sono stati di circa 25 milioni di euro i mancati guadagni che pesano molto su una filiera già fragile”, come spiega all’Ansa il presidente dell’Associazione Librai Italiani di Confcommercio, Paolo Ambrosini che invita tutti i colleghi “ad aprire con spirito di servizio, consapevoli che non ci saranno le code. La libreria è un un luogo in cui si svolge un’attività a favore della comunità”. E sottolinea che “se avviene questa riapertura è perché si riconosce che il libro è un bene necessario, essenziale. E questo è importante, non è solo una retorica, perché ha tutta una serie di conseguenze che rimangono nel tempo”.
L’Ali chiede poi “che venga istituito un fondo per finanziamenti a fondo perduto in modo da garantire tutte le misure utili da parte del governo per gestire il recupero delle perdite”.
Le Librerie Feltrinelli stanno “lavorando a un protocollo che tuteli lavoratori e clienti e a una riapertura progressiva delle librerie che combini virtuosamente le priorità sanitarie con l’esigenza di rimettere in circolo un pezzo importante dell’economia culturale delle nostre città” dice il Coo di Gruppo Feltrinelli, Alberto Rivolta. E Il Gruppo Il Libraccio, che ha 49 punti vendita dislocati in 7 regioni, sottolinea che “l’esigenza primaria è quella di garantire la sicurezza dei librai, siano essi titolari o collaboratori dell’azienda”.
Per il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi, “è un primo passo perché il mondo del libro possa tornare alla normalità e uscire dalla gravissima crisi nella quale tutti ci troviamo. Per questo, sono indispensabili gli aiuti di emergenza”.
Che la scelta, “salutata positivamente”, non faccia sperare “in una rifioritura dell’attività, ma almeno in un primo passo verso una normalizzazione della situazione che correrà di pari passo con quella generale” lo dice Alessandro Laterza. Se il blocco “si limitasse ai mesi di marzo e aprile si subirà un ridimensionamento che potrà incidere di non meno di 10 punti su base annua” aggiunge.
La ripartenza non sarà semplice anche per l’editore Sandro Ferri, della casa editrice e/o che pubblica i libri della misteriosa scrittrice Elena Ferrante. “Stiamo a vedere! Penso che debbano essere i librai a dire la loro. Non credo però che questa riapertura riporterà le cose alla normalità” e fa notare che “la frequentazione della libreria per i lettori si concilia poco con un uso come quello delle farmacie e degli alimentari, con le file in cui esce uno ed entra l’altro.
La libreria è un posto dove girare, sfogliare i libri, parlare, fare una presentazione e questo adesso non è possibile”. A maggior ragione nelle librerie di catena sarà difficile evitare gli assembramenti: “le grosse catene come le Feltrinelli, pensiamo a quella di Largo Argentina a Roma, con tre piani, come fanno? Ci vorrà ancora tempo”, spiega Ferri.
Nei giorni senza le librerie, i librai non sono rimasti alla finestra. Si sono dati da fare con consegne dirette e spedizioni per restare vicini ai lettori e sono fiorite tante iniziative tra cui “Libri da Asporto”, il nuovo servizio lanciato dalla società di Consulenza e Marketing Editoriale NW, per la consegna dei libri senza spese di trasporto per le librerie e per il cliente a cui hanno aderito oltre 106 marchi editoriali e 600 librerie in tutta Italia.
L’e-commerce e la possibilità di acquisto dei bestseller nei supermercati non hanno dato grandi risultati: “Il fatturato che perdono le librerie lo perdiamo noi insieme a loro. Il recupero delle vendite online, e-commerce e nei supermercati per i grandi bestseller è una cosa che incide minimamente sul fatturato” afferma l’editore di e/o. E Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol – GeMS aveva chiaramente detto: “Se a maggio riapriranno le librerie molte aziende ce la possono quasi fare con strumenti ordinari, se si va oltre ci vuole la cura Draghi”. (ansa)