Nell’Albo solo giornalisti effettivamente retribuiti e non costretti a lavorare gratis

Revisioni Odg, Sicilia: “È l’ora di dire basta”

Odg SiciliaTessera OdgCAPO D’ORLANDO (Messina) – Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, nel corso dell’ultima riunione, tenuta a Capo d’Orlando, ha condiviso e approvato all’unanimità i contenuti di una nota sottoscritta dai presidenti di altri nove ordini regionali (Lazio, Lombardia, Sardegna, Liguria, Puglia, Toscana, Umbria, Marche e Valle D’Aosta), ribadendo l’assoluta inapplicabilità dell’atto di indirizzo approvato a maggioranza dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti il 14 maggio scorso, in tema di revisioni.
In sostanza, la decisione adottata dal Cnog prevede la possibilità di differimento della revisione sino ad un massimo di due anni e la possibilità di applicare retroattivamente la regola anche a coloro che siano già stati cancellati: questi ultimi cioè andrebbero reiscritti e “rimessi in termini”.
Tutto ciò di fatto frenerebbe e creerebbe problemi insormontabili nell’attività degli Ordini regionali, che non sarebbero più nelle condizioni di procedere alla revisione degli elenchi almeno una volta l’anno né potrebbero, come è loro dovere, verificare efficacemente se professionisti e pubblicisti abbiano ancora i requisiti previsti dalla legge istitutiva, all’articolo 1, per mantenere l’iscrizione nei rispettivi elenchi.
Secondo i presidenti firmatari della nota “un pur autorevole ordine del giorno del Cnog di certo non può sostituirsi alle linee guida fondamentali, quelle indicate dalle norme vigenti”. I presidenti, oltre a esprimere “sconcerto rispetto al documento sulla revisione dell’Albo, approvato dal Consiglio nazionale il 14 maggio” dichiarano che continueranno ad osservare la legge come unica strada maestra per la tenuta dell’Albo.
Il Consiglio di Sicilia osserva tra l’altro che le proroghe, ricorrendone le condizioni (documentati problemi personali, familiari o di salute, difficoltà lavorative, chiusura di testate giornalistiche) sono sempre state concesse e sempre lo saranno.
Il susseguirsi di regole, interpretazioni, mozioni, ordini del giorno da parte del Consiglio nazionale ha così il solo e unico effetto di creare incertezza del diritto e di far perdere di vista l’unico punto di riferimento certo, che è e rimane la legge. L’altro rischio è che venga meno la funzione degli Ordini regionali, che è quella di garantire un argine e un’esigenza ormai divenuta improcrastinabile: degli albi devono fare parte, infatti, solo giornalisti che vengano effettivamente retribuiti e che non siano costretti a lavorare gratis, venendo sfruttati da malfattori vestiti da editori, dovendo poi fingere di essere stati pagati per iscriversi o per mantenere il titolo di giornalista.
Nel condividere con il Cnog principi e norme della Carta di Firenze, che va applicata sia a quanti siano già iscritti, sia a coloro che debbano ancora esserlo, il Consiglio di Sicilia è certo che su questo tentativo estremo di tutelare la professione e i “veri” giornalisti, professionisti e soprattutto pubblicisti, il Consiglio nazionale non potrà che convenire con i dieci Ordini firmatari del documento.

LEGGI ANCHE
Carlo Parisi: “Ecco il decreto salva fannulloni”
https://www.giornalistitalia.it/revisioni-odg-ecco-decreto-salva-fannulloni/
Rivolta in 10 regioni: “Bufera sul decreto salva fannulloni”
https://www.giornalistitalia.it/revisioni-odg-bufera-sul-decreto-salva-fannulloni/
Iacopino: “Le revisioni? Fatele. Non solo a parole”
https://www.giornalistitalia.it/odg-iacopino-non-ci-sta-le-revisioni-fatele/

I commenti sono chiusi.