MILANO – Nell’intervista a Prima Comunicazione che ha scatenato la reazione dei giornalisti del quotidiano la Repubblica, in sciopero fino alle 19 di oggi, il direttore Maurizio Molinari, spiega il mensile in edicola, «ha deciso che questo è il momento giusto per dare una spallata al suo giornale, che non riesce a recuperare con l’edizione di carta i lettori persi negli ultimi anni».
Qual è il senso di questa rivoluzione? «Il digital first – sostiene Molinari nell’intervista che apre il numero di ottobre di Prima – rimane la base organizzativa e produttiva della redazione; anche se torna a notarsi una certa separazione tra digitale e carta, contrariamente a quanto auspicato dalla redazione.
Due vicedirettori, Francesco Bei e Carlo Bonini, saranno i sovrintendenti di questo cambiamento: «il primo ha la delega per i contenuti della carta l’altro quella per il digitale, mentre una squadra di deskisti “scelti” selezionerà i contenuti da pubblicare sul giornale. È il modello – ricorda Molinari nell’intervista – praticato dal New York Times e da Le Monde. Ma è all’online che Molinari guarda con più attenzione».
Il direttore di Repubblica aggiunge che «è prevista una continua indicizzazione dei contenuti, per intervenire rapidamente e costruire un’offerta informativa in linea con le preferenze dei lettori. Il nostro obiettivo è di intervenire in tempo reale, più volte al giorno, utilizzando i dati che raccogliamo sui nostri siti, sulle app, sui motori di ricerca e sui social. Se usi bene in tempo reale il seo, il giornale diventa responsive, dinamico».
«L’apparato digitale, insomma, – chiosa Prima – monitora l’interesse dei lettori e propone contenuti in base alle scelte rilevate. Il lavoro organizzativo è affidato all’ufficio del capo redattore centrale di cui è responsabile Giancarlo Mola». (giornalistitalia.it)
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