ROMA – La Federazione nazionale della Stampa italiana, insieme con le Associazioni regionali di Stampa Romana, Lombarda, Subalpina e di Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Sicilia, si schiera “al fianco del Cdr e della redazione di Repubblica nel respingere i tagli al costo del lavoro giornalistico prospettati dall’editore e nelle azioni di lotta che saranno intraprese”.
Lo comunica il sindacato dei giornalisti italiani, che ribadisce “la propria contrarietà ad una sempre più diffusa politica di gestione delle aziende editoriali basata unicamente su criteri di natura economico-finanziaria, che fa passare in secondo piano la qualità dei prodotti e del lavoro dei giornalisti. Si tratta di un’impostazione che ha già mostrato da tempo i propri limiti e prodotto pesanti processi di ristrutturazione ai quali non sono seguite fasi di rilancio”.
“La difesa dell’informazione di qualità, – incalzano Fnsi e Assostampa – soprattutto in una stagione in cui il governo in carica e le forze politiche che lo sostengono minacciano quotidianamente, provano a mettere a tacere e a rendere marginale il ruolo della stampa libera al servizio dei cittadini, anche con l’annuncio di provvedimenti dal sapore liberticida, richiede investimenti sui prodotti e, soprattutto, sul lavoro dei giornalisti che non può continuare a subire tagli indiscriminati e una precarizzazione selvaggia”.
“La qualità della democrazia – chiosa il sindacato dei giornalisti – è direttamente proporzionale alla qualità dell’informazione. Questa presuppone a sua volta lavoro di qualità, indispensabile per salvaguardare indipendenza, autonomia e pluralismo”. (giornalistitalia.it)
IL COMUNICATO DEL CDR
Dopo i tagli adottati negli ultimi dieci anni, il Gruppo Gedi, editore di Repubblica, ha prospettato ulteriori, pesanti interventi sul costo del lavoro giornalistico.
La redazione ha respinto all’unanimità la proposta dell’azienda e ribadito l’indisponibilità a confrontarsi, in questi termini, sul futuro del quotidiano. E ha invitato gli azionisti a farsi carico di criticità che non possono essere addebitate al corpo redazionale, ma a scelte manageriali, di marketing ed editoriali.
Nel momento in cui Repubblica è sotto attacco da parte della maggioranza di governo, i giornalisti esigono dall’azienda che si mettano in campo tutti gli strumenti e i comportamenti necessari per difendere il giornale, per proteggerne l’autorevolezza e la libertà, per tutelare la comunità dei lettori.
Allo scopo di preservare la qualità e il ruolo di Repubblica come garante del tessuto democratico del Paese, i giornalisti hanno dichiarato lo stato di agitazione, con il blocco contestuale di ogni nuova iniziativa editoriale, e hanno affidato al Comitato di redazione un pacchetto di cinque giorni di sciopero e la valutazione sull’uso di altre forme di lotta.
Al Cdr è stato inoltre dato mandato di ottenere dall’azienda un piano industriale dettagliato, accompagnato dalle specifiche sui conti del gruppo e sull’analitica distribuzione di costi e ricavi. E di chiedere alla direzione di Repubblica se ritenga questi ulteriori tagli compatibili con la qualità del prodotto in tutte le sue declinazioni, cartacee e digitali.