ROMA – Matteo Renzi getta la maschera e, confermando la sua vera natura, mette alla gogna giornali e giornalisti colpevoli di non lodarlo ed imbrodarlo come il più bello del reame. Altro che “terra degli uomini”: nel circo della Leopolda viene lanciato il sondaggio online “Scegli il peggior titolo di giornale” tra quelli del Fatto Quotidiano (11 titoli), Libero (4) e Il Giornale (1). In totale 16 titoli in 11 gruppi. Titoli, naturalmente, non graditi al presidente del Consiglio per il quale la libertà di stampa e di espressione sono, evidentemente, un bene da difendere soltanto se parlano bene di lui e male degli altri. Pertanto all’indice i titoli: “Immigrati in cattedra e lezioni porno all’asilo” (Libero), “Renzi si arrende a Landini” (Libero), “Landini è l’antirenzi” (Il Fatto), “Fiducia sull’articolo 18. Renzi distrugge la sinistra” (Il Fatto), “Tsipras uccide la sinistra” (Il Fatto), “Il Parlamento ignora Re Giorgio e Renzi fa il punto di Governo con B.” (Il Fatto), “La mattarellata di Renzi in testa a aB.” (Il Fatto), “Le grandi riforme: insegnanti, deportati, Jobs Act fuori legge” (Il Fatto), “Renzi fa la cresta sui nostri 730” (Libero), “Padiglioni Expo: uno su quattro ce la fa ma ormai non lo sa” (Il Fatto), “Tutte le tasse della manovra” (Libero), “Pd panico Grillo” (Il Fatto), “Tanto rumore per nulla” (Il Giornale), “200 mila licenziati e Renzi vende fumo” (Il Fatto), “80 euro: mancano le coperture. Precari: un favore alle imprese” (Il Fatto), “Tasse: il piano non esiste” (Il Fatto).
Sulla vicenda interviene il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, denunciando che “mettere alla berlina i giornali e i giornalisti scomodi, agitando bavagli più o meno mascherati, è tipico dei regimi. L’iniziativa del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, di redigere la classifica di quelle che, a giudizio suo e dei suoi sostenitori, sono le peggiori prime pagine dei giornali italiani, qualifica chi l’ha proposta e si inserisce nella peggiore tradizione della politica italiana”.
L’infelice sortita del presidente Renzi suscita, infatti, il biasimo del segretario generale della Federazione della Stampa, che osserva come “dall’editto bulgaro di Berlusconi alle scomuniche di Beppe Grillo, fino ad arrivare all’ultima sortita del presidente Renzi, solo per restare ai casi più recenti, c’è un filo rosso che attraversa trasversalmente la politica italiana: l’avversione alla stampa non allineata al potere in carica”.
Additare giornali e giornalisti non allineati non impedirà la libera circolazione delle idee e non impedirà certo alla stampa di svolgere il ruolo che la vita democratica di ogni Paese civile le assegna.
“Politici e governanti – aggiunge Lorusso – devono farsene una ragione: una stampa libera è il presupposto di qualsiasi sistema democratico e chi tenta di asservirla o di ridurla al silenzio perde soltanto il proprio tempo. Va, comunque, tenuta alta la guardia sui sempre più frequenti tentativi di intimidazione ai giornalisti da parte di esponenti della classe politica, evidentemente allergici alla circolazione delle idee e delle notizie”.
Sui temi della libertà di espressione e del diritto di cronaca il sindacato dei giornalisti italiani “continuerà a denunciare tutti i tentativi di intimidazione, senza accettare lezioni da qualche improvvisato difensore della libertà di stampa a giorni alterni, soprattutto se è lo stesso che ha dato il nome ad una legge che ha devastato il sistema radiotelevisivo pubblico e privato di questo Paese”.
Ai colleghi dei giornali messi alla berlina dal presidente del Consiglio, “la piena solidarietà della Fnsi, insieme con l’invito a continuare la propria attività di ricerca e di pubblicazione delle notizie nel rispetto della verità dei fatti”.