Al Corriere dell’Alto Adige e del Trentino le mascherine arrivate solo dopo l’evacuazione

Redazioni chiuse e telelavoro con i nostri computer

BOLZANO – «Il virus è arrivato fin dentro le nostre redazioni e, come molti altri, anche i giornalisti del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino hanno dovuto improvvisare il telelavoro, spesso e volentieri usando la propria strumentazione personale visto che la nostra azienda non ci ha mai fornito dei computer portatili».
Il Comitato di redazione delle edizioni locali di Bolzano e Trento locali del Corriere della Sera denuncia, così, ai lettori dei due quotidiani il lavoro svolto, in queste difficili settimane di emergenza, per offrire comunque ogni giorno un’informazione completa e puntuale, nonostante le condizioni difficilissime.
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I dispositivi di protezione, in quantità ridottissima, – rende noto il Cdr – sono arrivati quando le redazioni sono state evacuate.
 Ora che la fase peggiore dell’epidemia sembra essere passata, ci aspettavamo l’avvio di un dibattito sulla messa in sicurezza dei nostri luoghi di lavoro. Invece l’azienda si è manifestata solamente per comunicare unilateralmente un piano di tagli che mettono a serio rischio la qualità dei giornali che facciamo ogni giorno. Taglio dei sostituti ferie e tagli di foliazione che a partire dal giornale di domani da 16 passerà a 12 pagine.
 E questo è avvenuto dopo che, un anno e mezzo fa, l’azienda aveva già imposto un piano di riorganizzazione che ha fortemente depotenziato le due redazioni trasferendo una parte del lavoro al desk centrale di Padova».
«Siamo perfettamente consapevoli – evidenzia il Cdr – che il momento è difficile per tutti e che il crollo dei ricavi pubblicitari abbia impattato sui conti dell’azienda. Come sempre è stato, siamo disposti a fare dei sacrifici per superare questa fase. Tuttavia, non possiamo accettare che non si proceda a stabilizzare in tempi rapidi e certi il redattore di economia il cui contratto scade il 22 di luglio. E non possiamo accettare la mancata sostituzione dei congedi di maternità che costituiscono un diritto fondamentale: negare le sostituzioni è come chiedere implicitamente di non richiedere i congedi».
«Anche nelle prossime settimane – assicurano i giornalisti del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino – i nostri sforzi saranno tesi a garantire un’informazione puntuale e approfondita, tuttavia se l’azienda non ci garantirà minime condizioni, per noi diventerà impossibile assicurare un prodotto di qualità. In gioco non c’è solamente il nostro lavoro ma il diritto all’informazione dei nostri lettori in un territorio in cui, a nostro avviso, c’è un gran bisogno di pluralismo». (giornalistitalia.it)

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