COSENZA – Non si può certo dire che la breve vita del quotidiano “La Provincia di Cosenza” non sia turbolenta. Meno di un anno di attività e già quattro i direttori che si sono alternati alla guida del giornale provinciale, due le società editrici che lo hanno portato in edicola, così come due sono gli stabilimenti tipografici che lo hanno stampato da novembre ad oggi.
Nella giornata del 1° agosto, però, si è registrato il picco di una gestione che definire confusa e bizzarra è decisamente poco. A quattro redattori è stato, infatti, impedito di mettere piede nella nuova redazione di Corso Mazzini, 92, già sede del giornale al suo debutto in edicola. Questo, senza che fosse stato comunicato loro il cambio della stessa redazione che, fino alla sera del 31 luglio, coincideva con i locali della concessionaria di pubblicità Pubbliora sas con sede in via Martiri di Melissa, 5 a Castrolibero. Una situazione tanto incomprensibile quanto assurda, tanto da dover ricorrere all’intervento della Polizia di Stato, alla quale i giornalisti si sono rivolti presentando regolare denuncia.
Protagonisti della vicenda Francesco Viola (redattore dal 10 gennaio fino al 3 aprile scorso, quando ha preso la direzione del giornale fino al 24 luglio per poi tornare a fare il redattore dal 25 luglio), Ilaria Nocito (redattore dal 16 febbraio), Enrico Miceli (redattore dal 3 aprile) e Bruno Greco (redattore dal novembre 2014 e che svolgeva anche mansioni di grafico di redazione).
Come se non bastasse, il giornale, dal Primo agosto è uscito con una denominazione differente, passando da “La Provincia di Cosenza” a “La nuova Provincia di Cosenza”. La gerenza, però, è rimasta uguale: la società editrice è la iG Editori srl, con sede legale a Cariati in via Magenta 34, appartenente alla famiglia Greco, nota per i suoi prodotti vinicoli e oleari e per l’impero sanitario che sta mettendo in piedi sul territorio cosentino rilevando, in pochissimo tempo, cliniche private alle quali sta dando nuova vita. Così come resta uguale la concessionaria di pubblicità Pubbliora riconducibile a Ivan Greco (non legato da parentela al gruppo Greco), che insieme alla moglie Simona Gallo ha editato il giornale, con la società Essegi editoriale srl, finché non è subentrato il gruppo dei Greco di Cariati. Direttore, dal 26 luglio, è Tommaso Caporale.
Ad accompagnare nella sede del giornale i quattro giornalisti c’era Francesco Cangemi del Dipartimento Sindacale del Sindacato Giornalisti della Calabria, che, giovedì scorso, assieme al segretario regionale Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva Fnsi, ed alla componente della Giunta Esecutiva Sgc, Raffaella Salamina, aveva incontrato Viola, Nocito, Miceli e Greco, esasperati da settimane di trattative in attesa di ottenere un regolare contratto giornalistico Fieg-Fnsi.
Al Sindacato dei giornalisti i quattro avevano spiegato le loro condizioni di lavoro e il vero e proprio “balletto” intorno alla loro regolarizzazione contrattuale che, ad oggi, li ha portati a non avere alcun tipo di contratto pur svolgendo attività di redazione e, nel caso di Viola, anche di direzione. Dal canto suo, il segretario del Sindacato dei giornalisti si era impegnato ad avanzare formale richiesta d’incontro all’editore per trovare una soluzione contrattualmente dignitosa per i giornalisti e vantaggiosa per l’azienda che, regolarizzando le posizioni, avrebbe soltanto da guadagnare in termini di affiatamento e produttività della redazione e di rispetto delle leggi sul lavoro.
Giunti, sabato mattina, nella sede di Castrolibero, Viola, Nocito, Miceli e Greco hanno, però, trovato la redazione completamente smantellata. Simona Gallo, moglie di Ivan Greco (assente all’incontro), li ha informati che la redazione era stata trasferita al numero 92 di Corso Mazzini.
Nel pomeriggio, verso le 16.30, quindi, accompagnati da Francesco Cangemi, i giornalisti si sono recati nella nuova sede del giornale per riprendere regolarmente servizio, ma si sono visti sbattere letteralmente in faccia la porta senza avere neppure il tempo di chiedere spiegazioni. A quel punto, ai giornalisti non è rimasto altro che chiedere l’intervento delle Forze dell’Ordine. Dieci minuti dopo, gli agenti di una volante della Polizia di Stato hanno raccolto prima le testimonianze dei giornalisti e del rappresentante sindacale e poi, entrati in redazione, quelle dei presenti.
“Quanto accaduto ci ha profondamente amareggiato – spiegano Francesco Viola, Ilaria Nocito, Enrico Miceli e Bruno Greco –. Abbiamo sempre svolto il nostro lavoro di direttore, di redattori e grafici con passione e dedizione, nonostante fossimo costretti a lavorare senza contratto e avessimo più volte chiesto, anche tramite lettera formale, una regolarizzazione adeguata alle nostre mansioni. Dal 10 maggio scorso, giorno in cui la iG Editori ha rilevato il giornale ‘La Provincia di Cosenza’, abbiamo atteso una contrattualizzazione di tipo giornalistico che non è mai arrivata, nonostante i continui incontri con gli editori. Senza contare che, dopo due mesi di vana attesa dello stipendio, siamo stati costretti ad accettare, direttore compreso, un pagamento parziale e del tutto inadeguato. Per la mensilità di luglio, invece, non abbiamo percepito alcuna retribuzione”.
“Una brutta storia – commenta Carlo Parisi – che ci si augura induca seriamente a riflettere il nuovo editore della Provincia di Cosenza. Il mondo dell’editoria, già gravemente penalizzato dalla crisi, non ha certo bisogno di inutili contenziosi per il riconoscimento di diritti lapalissiani. Il giornale è una cosa seria ed i giornalisti non sono giocattoli da buttare quando non servono o non piacciono più.
Vogliamo ritenere – sottolinea il segretario del Sindacato dei giornalisti – che il fattaccio sia da ricondurre ad una scarsa conoscenza del mondo editoriale. E vogliamo credere che la famiglia Greco si sia già ravveduta. Quattro oneste persone che hanno dato il cuore e l’anima per far uscire il giornale non possono essere messe brutalmente alla porta. Noi siamo accanto a loro. Confidiamo che l’Azienda torni sui propri passi. Se crede veramente nel valore dell’informazione e nel rispetto delle persone”.
“Questo triste epilogo – conclude Carlo Parisi – deve, inoltre, fare seriamente riflettere quanti – in casi come questo – vengono tentati a rimpiazzare, a vario titolo, i colleghi licenziati, prestandosi ad operazioni di sciacallaggio che saranno, naturalmente, denunciate agli organismi competenti”. (giornalistitalia.it)
Caro Francesco conosco troppo bene la tua correttezza e la tua rettitudine (cose da pazzi…) vai avanti come un treno!!! Hai tutta la mia solidarietà non solo come cugino.