MILANO – Rcs ha avviato una trattativa con le banche per rivedere i termini del finanziamento siglato un anno fa. Esclude, però, con decisione il ricorso a un nuovo aumento di capitale, anzi. Il tavolo “è puramente sulla struttura del debito e, quindi, sulla parte di costo”, per migliorarlo, ha spiegato l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane. Il manager ha, quindi, escluso che sull’apertura del negoziato abbiano influito gli auspici in tal senso di Diego Della Valle.
“Noi – ha detto all’Ansa – lo stiamo facendo per la società. E se va bene per la società va bene per Della Valle, Elkann, Unipol, Generali e Mediobanca…”. Se poi sarà gradito anche a Mr. Tod’s,“ben venga”. Dall’assemblea Exor, intanto, è intervenuto su Rcs anche il presidente Fiat, John Elkann, primo socio con il 20,5%.
“Non c’è assolutamente a mia conoscenza il bisogno di aumentare ancora il capitale di Rcs”, ha convenuto, ribadendo ancora una volta piena unità di visione sul gruppo editoriale con l’A.d: “Non c’è assolutamente – ha detto – alcun dibattito con Marchionne. La vediamo allo stesso modo anche su questo”.
Quanto agli altri azionisti del gruppo del Corriere, “l’incremento della quota di Cairo in Rcs è positivo, vuol dire che crede nella società, pensa che sia ben gestita”, ha sottolineato Elkann (a fine aprile Cairo è salito dal 2,84 al 3,67%).
Il presidente Fiat ha escluso, poi, contatti con Della Valle per la “tregua” che qualcuno ipotizza sia in atto in Rcs, visto che il patron della Tod’s non si è neanche presentato in assemblea dopo i molti attacchi delle settimane precedenti: “Non ho avuto – ha detto Elkann – nessun incontro con Della Valle, che è una persona pratica, che guarda al sodo, evidentemente si è reso conto che le sue preoccupazioni erano infondate e che il valore del suo investimento in Rcs è molto aumentato”.
Tornando a Jovane, Rcs “ha aperto da qualche settimana un tavolo, benvenuto da parte delle banche, per andare a rivedere tutta la struttura finanziaria alla luce del fatto che la società rispetto al piano sta andando meglio e in più, per adesso è un’ipotesi, con la conversione delle risparmio può avere un introito supplementare”.
“Il clima – ha aggiunto Jovane – è quello giusto. Siamo noi andati a chiedere una rinegoziazione, e loro sono venute al tavolo dicendo che sembra una buona occasione, perché il clima è migliorato”. Quanto alla nuova tranche di aumento di capitale, “assolutamente non è previsto, così come non lo era sei mesi fa, tre mesi fa e a maggior ragione non lo è adesso”. Non ci sarà un nuovo aumento, insomma, “neanche per sbaglio”.
“La negoziazione – ha spiegato l’A.d. – è solo circa il costo del debito e qualunque ulteriore flessibilità che la società può avere sul tema del debito. Non c’è altro non stiamo rivedendo il piano industriale, nient’altro. È un’insieme di incontri che ha natura positiva per entrambi, banche e azienda”.
Tornando a Della Valle, il negoziato sul debito “non lo stiamo facendo su sua sollecitazione – ha detto Jovane –, sappiamo certamente che questo è il momento migliore per farlo e sono convinto che sorriderà, dicendo «bene», magari potevate farlo anche prima, non lo so… ma non c’è una diretta connessione”. (Ansa).
Pietro Scott Jovane: “Riaperto il tavolo con le banche non su input di Della Valle”