TRENTO – Si allarga a macchia d’olio tra i quotidiani locali targati Rcs lo sciopero contro la contro la decisione dell’azienda di non rinnovare i contratti a tempo determinato che abbiano superato i sei mesi di durata. Ad incrociare le braccia, oggi, lunedì 25 settembre, sono anche i giornalisti del Corriere del Trentino e Corriere dell’Alto Adige (è la la seconda astensione dal lavoro nell’arco di poco tempo), che si uniscono a quelli del Corriere Fiorentino e del Corriere del Veneto e di Verona.
«Durante il tavolo di confronto di giovedì 21 settembre – denuncia il Cdr del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige – nella sede della Fieg a Roma tra l’azienda e i Cdr dei dorsi locali del Corriere della Sera convocato dalla Fnsi, siamo stati informati di nuove e più stringenti regole su tutti i tipi di contratti a termine. Regole che rischiano di minare non solo il destino dei colleghi oggi legati a queste tipologie di contratto, ma anche i fisiologici meccanismi di avvicendamento all’interno della redazione e, con essi, il ruolo che spetta al direttore. La scelta di limitare a 5 mesi e 25 giorni all’anno la durata dei contratti a termine annunciata giovedì ha infatti il solo obiettivo (dichiarato) di aggirare il cosiddetto “diritto di precedenza” in caso di assunzioni a tempo indeterminato che vengano effettuate nei successivi 12 mesi».
«Le regole descritte – incalzano i giornalisti dei due dorsi trentini della Rcs – varranno anche per i posti di lavoro da sempre in pianta organica e con la responsabilità di un intero settore del giornale, senza eccezioni nemmeno nel caso in cui quei posti risultassero ormai da tempo già coperti da una lunga serie di contratti a termine. Applicato alle realtà di Trento e Bolzano, significa che ogni 5 mesi e 25 giorni due giornalisti su sette a Trento e due giornalisti su sette a Bolzano saranno colleghi “nuovi” che non conoscono le redazioni e, esaurito il mercato locale, il territorio. Questa modalità di assunzione, che ad oggi non è nemmeno dato sapere quanto durerà, manifesta innanzitutto l’assoluta indifferenza per i destini personali di colleghi che lavorano con noi ormai anche da 11 anni, professionisti che hanno maturato competenza giornalistica e conoscenza del territorio, che per questa “colpa” vengono ora allontanati. Rende inoltre materialmente impossibile ai colleghi rimasti con contratto a tempo indeterminato la realizzazione del giornale».
«Le redazioni di Trento e Bolzano, – conclude il Cdr – spiazzate da una decisione che in prospettiva rischia di minare lo stesso prodotto editoriale e che mal si coniuga con le speranze di rilancio e solidità che il presidente Urbano Cairo aveva acceso, oggi, lunedì 25 settembre, si astengono dal lavoro per la seconda volta in pochi mesi, ossia per la seconda volta in quattordici anni di vita delle due testate. Chiediamo alla Fnsi di attivarsi perché vengano al più presto ristabilite condizioni di lavoro accettabili». (giornalistitalia.it)
I dorsi locali insorgono contro “le nuove e stringenti regole su tutti contratti a termine”