BARI – Nuovo, importante, colpo alla pirateria digitale. La Guardia di Finanza di Bari ha, infatti, bloccato oltre 200 canali Telegram tramite i quali venivano diffusi illecitamente giornali, riviste e brani musicali, in formato digitale, in violazione della legge che tutela il diritto d’autore e i diritti connessi.
L’operazione, denominata “#Cheguaio!”, coordinata dal procuratore aggiunto della Repubblica, Roberto Rossi, trae origine dalla denuncia della Federazione Italiana Editori Giornali presentata, il 10 aprile scorso, all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Denuncia per la quale la Procura di Bari ha affidato le indagini ai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari. Due, al momento, le persone ritenute responsabili della gestione dei canali e della diffusione, al loro interno, dell’illecito materiale editoriale e musicale. Destinatarie di perquisizioni domiciliari in Sicilia e Veneto, sono state identificate e denunciate all’Autorità Giudiziaria per violazione della legge che tutela il diritto d’autore e i diritti connessi e ricettazione.
Il mercato della pirateria musicale, video ma, in questo particolare periodo, anche editoriale, riveste, infatti, un business molto fiorente che si poggia su una vastissima platea di clienti che lo alimentano, spesso ignari delle conseguenze cui si espongono e degli ingenti danni economici che tale pratica comporta sia ai titolari dei diritti sia all’economia nazionale. L’operazione è tuttora in corso ed è diretta anche all’identificazione di ulteriori persone che potrebbero essere coinvolte.
La Procura ammonisce che, divulgando copie pirata di quotidiani, riviste e libri di questo tipo, gli utenti si rendono, inoltre, responsabili del reato di ricettazione.
La legge sul diritto d’autore prevede la confisca degli strumenti utilizzati per la diffusione illecita e per la fruizione di tale servizio. Di conseguenza, ai due responsabili identificati e a tutti coloro che saranno individuati nel corso delle indagini, oltre all’immediato eventuale sequestro, in caso di condanna saranno confiscati il proprio computer, smartphone, tablet impiegati.
Le sanzioni previste, di carattere penale e amministrativo, prevedono, inoltre, multe salate, oltre le spese legali. L’attività condotta è volta allo smantellamento di una delle principali modalità di distribuzione illecita dei contenuti sulle reti telematiche e, in particolare, sulla piattaforma di messaggistica istantanea Telegram, ultima frontiera della pirateria multimediale. (giornalistitalia.it)