In Belgio gravi danni a Medya Haber e Sterk Tv. Piena solidarietà della Figec Cisal

Raid della polizia belga nella sede della Tv curda

La protesta dei giornalisti di Medya Haber e Sterk TV oggi a Denderleeuw in Belgio

BRUXELLES (Belgio) – La polizia belga ha fatto irruzione, stanotte, nella sede di Sterk TV e Medya Haber, due importanti canali televisivi curdi che dal 1995 trasmettono da Bruxelles. Verso l’1.30, nella sede di Denderleeuw, la polizia federale belga ha effettuato il raid contro le stazioni televisive curde circondando l’edificio, impedendo ai giornalisti di accedere al loro posto di lavoro ed eseguendo ampie perquisizioni negli uffici senza presentare alcun mandato né fornire alcuna giustificazione.

La polizia turca ha fatto irruzione nella sede di Medya Haber e Sterk TV sfondando tutte le porte degli uffici dei due canali televisivi curdi che trasmettono dal Belgio

I giornalisti curdi denunciano casi di violenza fisica e maltrattamenti da parte della polizia che, entrata con la forza negli uffici, ha distrutto impianti, strumenti per la trasmissione, computer e stampanti.
I lavoratori dei canali Sterk TV e Medya Haber condannano «questo attacco illegale e antidemocratico, che ha preso di mira le nostre istituzioni dei media liberi, che rappresentano la voce del popolo curdo.

Hikmet Aslan, direttore di Medya Haber

La tempistica del raid, che coincide con la Giornata del giornalismo curdo e il 126° anniversario dei media curdi, è particolarmente significativa, poiché segna la continuazione degli attacchi organizzati contro la stampa curda, in particolare da quando la polizia turca ha fatto irruzione nelle case dei giornalisti curdi in Turchia».
«Non è la prima volta – ricordano i giornalisti di Sterk TV e Medya Haber – che i nostri studi vengono presi di mira. La polizia belga aveva già effettuato un’irruzione nel marzo 2010, sequestrando tutti i nostri computer e dischi rigidi. Le indagini e le cause legali sono state inconcludenti e le nostre società non sono state soggette ad alcuna sanzione, operando in conformità con la legge belga, come evidenziato dal mancato esito delle precedenti incursioni nei nostri uffici».

La redazione di Medya Haber Sterk Tv dopo il raid della polizia belga

I giornalisti curdi sottolineano che «questo attacco viola la libertà dei media curdi e il diritto all’informazione del popolo curdo. Nonostante centinaia di tentativi da parte dello Stato turco e dei suoi alleati di sopprimere i media curdi, rimaniamo fermi nel nostro impegno per l’integrità giornalistica e la libertà di espressione, e la Turchia non è stata in grado di raggiungere il suo obiettivo di mettere a tacere i media turchi. La Turchia ha ucciso dozzine di nostri colleghi nel corso degli anni, ma né loro né nessun altro attore può impedirci di riferire liberamente sulla situazione in Kurdistan e Turchia».
«Non abbiamo dubbi – denunciano i giornalisti curdi – che questo attacco sia il risultato di rapporti clandestini con il regime di Erdogan in Turchia. Invitiamo, quindi, il governo belga a chiarire la natura delle sue relazioni e dei negoziati con la Turchia. Riteniamo che queste incursioni, condotte senza mandato, costituiscano una violazione della legge e i nostri avvocati avvieranno immediatamente un procedimento contro questa incursione illegale.

Sfasciati senza riguardo tutti gli sportelli delle centraline elettriche

Vorremmo, inoltre, estendere un invito ai media belgi, alle organizzazioni non governative e ai partiti politici: stiamo svolgendo attività giornalistica qui. Il nostro lavoro è pubblico e trasparente e le porte dei nostri studi sono aperti a tutti. Chiunque, soprattutto le forze dell’ordine, può venire in qualsiasi momento nei nostri studi e uffici e seguire qui le nostre attività. Non c’è nulla di segreto o nascosto qui. Allo stesso tempo, noi, come dipendenti dei media curdi, continueremo a essere la voce del nostro popolo. Nessun potere potrà metterci a tacere in questo compito».
«Noi siamo qui», concludono i lavoratori di Sterk TV e Medya Haber sottolineando: «Ci consideriamo responsabili di informare il popolo curdo e di mantenere vive la nostra lingua e cultura. Di fronte a ogni tipo di oppressione, compresi gli attacchi mortali contro i nostri colleghi, le nostre penne continueranno a scrivere e le nostre telecamere continueranno a catturare la verità.

Nel raid prese di mira centraline elettriche e impianti di trasmissione

I giornalisti del Kurdistan hanno riferito di massacri, immolazioni ed esecuzioni sommarie da parte dello stato turco, anche a rischio della loro vita. Sono stati i sacrifici compiuti dalla stampa curda libera a rivelare al mondo le atrocità commesse dall’ISIS, mentre i nostri colleghi hanno perso la vita nella ricerca della verità per conto del mondo. Il mondo lo sa e di conseguenza continueremo a perseguire la verità, elevati standard etici e a riferire su ciò che sta realmente accadendo in Kurdistan e nel mondo».

Nel raid della polizia belga messi a soqquadro uffici e redazione con gravi danni a impianti e attrezzature

Contemporaneamente a Istanbul e Ankara, in Turchia, in Turchia, la polizia politica di Erdogan ha arrestato 9 giornalisti curdi di Mezopotamya Agency. Particolarmente significativa è la tempistica del raid contro Sterk TV e Medya Haber, che avviene nella Giornata internazionale del giornalismo curdo, che commemora la fondazione del primo giornale curdo, “Hawar”, al Cairo, in Egitto, 126 anni fa. Il 22 aprile si celebra, infatti, in tutto il mondo la “Giornata del giornalismo curdo”, che sottolinea l’importanza della libertà dei media curdi.

Otto dei nove giornalisti di Mezopotamya Agency curdi arrestati a Istanbul e Ankara

Medya Haber TV e Sterk TV sono piattaforme vitali per raccontare gli eventi in Kurdistan ai curdi di tutto il mondo e svolgono un ruolo cruciale nella promozione della lingua e della cultura curda, soprattutto alla luce delle restrizioni cui sono sottoposti i curdi in Turchia. L’Associazione dei giornalisti curdi in Europa «condanna inequivocabilmente questi flagranti atti di censura e intimidazione, che cercano di mettere a tacere le voci indipendenti e di ostacolare il libero flusso di informazioni. Il modo in cui è stato condotto il raid rischia, infatti, di causare danni materiali alle stazioni televisive e di criminalizzarle ingiustamente, isolandole ulteriormente a livello internazionale».

La conferenza stampa dopo il blitz a Media Haber e Sterk Tv (Foto ANF)

«Piena solidarietà al direttore Hikmet Aslan e a tutti i giornalisti e i lavoratori di Medya Haber e Sterk TV» viene espressa dalla Figec Cisal, il nuovo sindacato unitario dei giornalisti italiani e degli operatori dell’informazione e della comunicazione, che, nel condannare «l’inaccettabile azione repressiva messa in atto dalla polizia belga», esprime «profonda preoccupazione per libertà di stampa e la tutela dei diritti dei giornalisti curdi che, in trent’anni di onesto lavoro in Belgio, non hanno fatto altro che tenere viva la voce di un popolo mai diventato nazione». (giornalistitalia.it)

 

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