ROMA – «La nuova stagione radiotelevisiva è iniziata e le reti hanno ricreato le redazioni dei rispettivi programmi facendo ricorso ancora una volta a nuove prime utilizzazioni di figure giornalistiche. Un comportamento in aperto contrasto con l’obiettivo annunciato dal nuovo amministratore delegato di contenimento dei costi».
Il Comitato di redazione della Direzione Editoriale per l’Offerta Informativa Rai ricorda, infatti, che il blocco delle prime utilizzazioni era un impegno preso dall’azienda con l’Usigrai, nell’ambito degli accordi per la stabilizzazione contrattuale degli oltre 200 giornalisti avvenuta lo scorso anno. «Un percorso – evidenzia il Cdr – che attende il completamento con la normalizzazione dell’impiego per quei colleghi giornalisti ancora utilizzati senza giusto contratto».
«Inoltre – sottolinea il Comitato di redazione della Direzione Editoriale per l’Offerta Informativa Rai – il ricorso alle prime utilizzazioni continua a violare la strada normale dell’iter concorsuale e dello scorrimento delle graduatorie».
Il Cdr si chiede, dunque, «che fine abbia fatto l’obiettivo di “ottimizzare” le risorse giornalistiche che la Direzione Editoriale per l’Offerta Informativa avrebbe nelle sue prerogative» e si chiede anche «se e come queste nuove prime utilizzazioni possano essere giustificate».
«Continuiamo a invocare – sostiene il Cdr – trasparenza e coinvolgimento nelle decisioni dei direttori delle Reti e della Deoi, mentre invece proseguono giochi di ruolo intollerabili dal punto di vista economico ed etico».
A giudizio del Cdr della Direzione Editoriale per l’Offerta Informativa Rai «un vertice che difende la propria nomina come totalmente estranea all’influenza dei partiti dovrebbe bloccare le chiamate dirette e ricorrere esclusivamente a procedure di selezione pubblica del proprio personale giornalistico, considerando il ruolo centrale che l’informazione imparziale e indipendente ha in una democrazia. Per questo ricordiamo a questa dirigenza che come giornalisti delle Reti Rai abbiamo il diritto contrattuale di essere edotti, tramite la legittima rappresentanza, su modi e motivazioni per cui cambiano gli organici redazionali». (giornalistitalia.it)