Il giornalismo guarda oltre il dialogo sui fenomeni del terrorismo e delle migrazioni

Rai, nuove sfide nell’area del Mediterraneo

Naguib Onsi Sawiris

Naguib Onsi Sawiris

ROMA – Il giornalismo tradizionale è messo in crisi e superato dalla velocità e della comunicazione non intermediata su internet e sui social media. Le sfide poste al giornalismo dai fenomeni del terrorismo e delle migrazioni, la crisi dei linguaggi e le prospettive di cooperazione tra sponda nord e quella sud del Mediterraneo sono state al centro di pre-Med, incontro promosso dalla Rai a margine di Med dialogues, l’evento a Roma dedicato alla politica del Mediterraneo dal Ministero degli Esteri in collaborazione con Ispi.
Nella sede Rai di viale Mazzini si sono incontrati direttori editoriali e corrispondenti delle principali testate giornalistiche europee e del bacino del Mediterraneo: Bbc, Itv, France Televisions, Ard e Frankfurter Allgemeine Zeitung, TeleLiban, Al Ahram, Libya Today, oltre a Kathimerini, Il Sole 24 Ore e i progetti online News Deeply e Middle East Eye.
La discussione è stata condotta da Monica Maggioni, presidente del servizio pubblico e vicepresidente dell’Ebe (l’Unione dei broadcaster europei). Tra gli ospiti anche Naguib Onsi Sawiris, ceo di Orascom.
“Non è più sufficiente parlare di dialogo – ha detto Maggioni –, ora è il momento delle azioni concrete e della costruzione di una comunità che lavori assieme. Bisogna costruire ponti e piattaforme operative trovando nel racconto giornalistico nuovi modi di rappresentare la realtà complessa, soprattutto nel contesto del Medio Oriente”.
La riflessione su quel che accade nel Mediterraneo ha toccato, com’era ovvio, la questione della migrazione, le crisi nella regione, il terrorismo e il nuovo modo di comunicare dei giovani che tiene insieme le due sponde del Mediterraneo.
“Le grandi compagnie tecnologiche sostengono di offrire solo strumenti tecnici di comunicazione – ha rilevato Maggioni – ma il loro ruolo non è così neutrale”. Il predominio dei social media nel campo dell’informazione è stato affrontato anche da Naguib Sawiris: “prima esisteva un codice etico condiviso, ora invece i social media permettono a chiunque di dire quello che vuole”.
Sawiris ha anche descritto Facebook come un monopolista del mercato, invitando l’Unione europea a regolarne l’attivita. La sfida per i media tradizionali è, quindi, quella di come rimanere al centro della scena, essere cioè ancora in grado di avere un ruolo nel racconto della realtà da parte di chi, di professione, fa il giornalista. (agi)

 

 

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